Da ex salina bonificata a simbolo dei luterani: la chiesa di largo Panfili festeggia i primi 150 anni
«Sarebbe meraviglioso se lo spazio davanti alla chiesa potesse essere intitolato a Martin Lutero». Oggi la comunità luterana di Trieste festeggia un anniversario importante: il 150esimo compleanno dell’edificio di culto in largo Panfili.
Mentre fervono i preparativi per la celebrazione solenne che si terrà domenica alle 10.30, i fedeli ripensano alle vicende che si sono svolte dentro quelle mura. E, tra una chiacchiera e l’altra, trovano spazio i sogni per il futuro.
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Le prime famiglie luterane
«Le prime famiglie luterane - spiega Christine Fettig, membro del consiglio di chiesa - erano arrivate a Trieste all’inizio del XVIII secolo per esercitare il commercio, attratte dalla concessione della patente di Porto Franco da parte di Carlo VI d’Asburgo.
All’inizio, i culti si svolgevano nella cappellina dietro piazza Unità (dove oggi si trova la chiesa parrocchiale Beata Vergine del Rosario, ndr.). Nel 1869 però il Comune manifestò l’esigenza di acquistare l’edificio, per adibirlo a Cappella civica: in cambio cedette alla comunità 90 mila fiorini e il terreno su cui sorse la nuova chiesa».
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La nuova chiesa
Nel 1871 iniziarono i lavori. «La chiesa in stile neogotico – continua Fettig – venne progettata dall’architetto Zimmermann ed eretta dall’impresa Berlam e Scalmanini. I costruttori però si trovarono ad affrontare seri problemi strutturali: dovettero rafforzare la zona, un tempo adibita a saline, con 200 pali in legno lunghi fino a 25 metri. Superato l’intoppo, l’edificio venne inaugurato il 1 novembre 1874. Dalla torre della chiesa, quella mattina si librava il suono di una tromba che intonava inni luterani, per salutare la città. Allora la comunità contava 1200 fedeli».
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La chiesa
Ma come si presenta la chiesa? L’esterno, in pietra bianca proveniente dalle cave di Rupingrande, è noto a tutti. Gli archi acuti, le guglie e i pinnacoli rievocano atmosfere nordiche, come la torre campanaria, alta 49 metri. Anche se passano inosservate, dalla torre fanno capolino due gargoyle, mostriciattoli con probabile funzione apotropaica. L’interno dell’edificio è ravvivato da giochi di luce: le vetrate raffigurano elementi stilizzati, ma quella al centro, donata nel 1872 dal barone Rittmeyer, rappresenta la trasfigurazione di Cristo. Le tre campane, fuse col bronzo dei cannoni francesi conquistati a Sedan nel 1870 e donate dall’imperatore Guglielmo I di Germania, furono chiamate Fede, Speranza e Amore. Due di esse, però, vennero sequestrate a fini bellici durante la Prima guerra mondiale e oggi resta solo Fede.
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La piazza
Lo spazio antistante alla chiesa, che prima si chiamava piazza Carradori, nel 1883 venne ribattezzato piazzetta Evangelica. Lì vicino sorgeva lo squero Panfilli, che disponeva di otto scali per la costruzione di grandi navi. «Però – specifica Fettig – non bisogna fare confusione: i Panfilli dei vecchi cantieri non c’entrano con l’attuale nome della piazza, intitolata a Odorico Panfili, eroe di guerra morto in Africa orientale nel 1938. A noi piacerebbe se venisse ripreso il nome di piazzetta Evangelica, ma anche piazza Martin Lutero non sarebbe male. Qualche anno fa siamo andati in delegazione dal sindaco Dipiazza, con questa richiesta. Per ora non è stata accolta, ma chissà…».
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La comunità oggi
Oggi i membri della comunità sono circa 160 e le funzioni si celebrano in italiano. «Dopo la Seconda guerra mondiale - racconta il pastore Andrei Popescu - i madrelingua tedeschi a Trieste sono progressivamente diminuiti, così si è deciso di passare all’italiano come lingua ufficiale. Il cambiamento è avvenuto nei primi anni Duemila, ma la funzione viene ancora celebrata in tedesco una volta al mese». Di solito i culti sono seguiti da una ventina di persone, ma quello del 3 novembre sarà più affollato.
«Domenica - spiega Popescu - abbiamo un doppio festeggiamento: i 150 anni della nostra chiesa, ma anche la Festa della Riforma, che ricorda il momento in cui Lutero affisse le sue 95 tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg nel 1517. Per questo motivo, saranno con noi anche le altre comunità protestanti e spero che molti triestini possano unirsi alla nostra festa». —
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