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Incassi trattenuti dai biglietti di Actv: condannate rivendita ed ex funzionaria

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La Corte dei Conti ha condannato la società Chiosco Pluff di Fabio Bresin e Fabrizio Bertolin, insieme alla ex dipendente Avm Lucia Malgarotto, a risarcire 423 mila euro in favore di Avm per aver trattenuto parte degli incassi dei biglietti per i trasporti venduti. La condanna, come si legge nella sentenza, è in solido tra la società e la ex dipendente: la Chiosco Pluff, già proprietaria dell’edicola al ponte della Costituzione (che ora ha una nuova gestione, del tutto estranea ai fatti), dovrà versare l’80% dell’ammontare sottratto alla società partecipata dal Comune, la funzionaria il restante 20%.

La vicenda risale a poco prima dello scoppio della pandemia, nel 2020, e aveva già portato a un parallelo procedimento penale.

I due titolari della società erano accusati dal pubblico ministero Stefano Buccini di aver sottratto oltre 447 mila euro di soldi pubblici ad Avm-Actv, trattenendo parte degli incassi dei biglietti per i trasporti venduti. «In particolare», si legge nel capo di imputazione, «essendo obbligati dal contratto a saldare, con cadenza tre volte al mese, gli addebiti relativi all’ammontare del venduto al netto della propria provvigione, tra il febbraio 2019 e marzo 2020, lasciavano insoluti molteplici pagamenti».

La vicenda processuale si era sospesa nel settembre del 2023 con la “messa alla prova” per diciotto mesi dei due imputati, ora impiegati in servizi socialmente utili come deciso dal giudice per le udienze preliminari Luca Marini.

Sul fronte della magistratura contabile, l’istruttoria era stata aperta sulla base di un articolo pubblicato sulla Nuova Venezia a proposito del licenziamento di una funzionaria dell’ufficio contabilità clienti e ricavi di Avm, ritenuta responsabile del mancato versamento da parte della società che aveva in gestione tre edicole a Venezia, titolare della convenzione per la vendita di titoli di viaggio.

Per come ricostruito dalla Corte dei Conti, il rivenditore in accordo con la funzionaria che concedeva dilazioni e proroghe rispetto alle scadenze stabilite, aveva accumulato pagamenti insoluti per 1,4 milioni di euro. Di questi, solo una parte (ben 965 mila euro) erano stati corrisposti ad Avm con una serie di pagamenti tra il settembre del 2019 e il febbraio del 2020.

Un periodo durante il quale, però, la grave situazione di passivo accumulata dalla società non era stata portata a conoscenza della direzione amministrativa del gruppo Avm.

La situazione era emersa in tutta la sua gravità solo in occasione della chiusura dei conti per la formazione del bilancio, quando poi l’ex funzionaria aveva chiesto la sospensione dei terminali assegnati all’edicola. A quel punto, era arrivata la proposta da parte della società di ripianare il debito con la compensazione degli aggi dovuti alla vendita dei biglietti che si sarebbero maturati nei successivi cinque, sei anni. Proposta respinta da Avm.

Per la magistratura contabile, oltre al danno provocato dalla società, sarebbe emersa anche la piena consapevolezza della funzionaria di Avm della situazione, che però avrebbe omesso di sospendere l’attività dei terminali Imob e di segnalare la situazione ai superiori, accordando al tempo stesso alla Chiosco di Pluff continue dilazioni e proroghe.