La marcia gandhiana contro la diga, duecento km in difesa del Vanoi
Una marcia gandhiana, ma anche un festival-convegno itinerante lungo il percorso acqueo di 200 chilometri tra la Valle del Vanoi, in Trentino, e la laguna di Venezia, per dire no alla diga da 20 milioni di metri cubi prevista sull’affluente del torrente Cismon, destinata ad uso irriguo per la pianura durante le siccità e per regolare le piene del Brenta, di cui Vanoi e Cismon sono tributari: tutto questo è l’iniziativa “In cammino per l’acqua” che da mercoledì 30 ottobre al 6 novembre, in otto tappe, non si limiterà a portare in Regione le 10 mila firme contro il progetto raccolte finora, assieme a quelle che saranno racimolate lungo il percorso, ma ha l’ambizione di promuovere un’ alleanza fra la montagna e la pianura che quel progetto, fortemente voluto dal Consorzio Brenta, rischierebbe di mettere una contro l’altra.
Non solo per dire no
«Non diremo dunque solo dei no» dicono i promotori «ma intendiamo rilanciare alternative sostenibili come lo sghiamento dei bacini, la ricarica delle falde, lo stop al consumo di suolo, la conversione dell’agricoltura intensiva verso l’agroecologia».
La marcia, promossa dal Comitato per la difesa del torrente Vanoi e sostenuta dall’associazione EQuiStiamo di Vicenza, riprende il percorso “Il fiume di legno” riproposto in anni recenti dall’Ecomuseo del Vanoi per riscoprire l’antica via della fluitazione del legname fino a Venezia. Martedì 29 ottobre alle 21 all’Ecomueo di Canal San Bovo si terrà un incontro aperto dal titolo “Prepariamo lo zaino”, per raccontare come è nato il progetto, illustrarne l’itinerario e spiegarne i contenuti.
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Otto tappe
E da mercoledì 30 alle 8, per otto tappe, scendendo verso la pianura e la laguna si camminerà tra sentieri, ponti, torrenti, laghetti, e poi rogge, risorgive, canali, ville, fino a Palazzo Balbi, per incontrare il presidente della Regione Luca Zaia e consegnargli le firme.
Finora sono un’ottantina gli iscritti alla marcia, ma lungo il percorso ci saranno numerosi incontri con le realtà locali attente all’uso dell’acqua e alla gestione del territorio, conferenze itineranti di vari esperti, visite guidate e spettacoli aperti al pubblico.
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La tappa di mercoledì 30 coprirà una distanza di 16 km, su sentiero di montagna, con partenza da Pian De Mottes in val Cortella, dove è prevista la costruzione della diga, e tappe al ponte tibetano sopra il torrente, alla piccola frazione dei Bellotti (un solo abitante) e alla contrada Busini, e infine arrivo a Lamon.
È previsto il pranzo al sacco in autonomia (come in tutte le tappe) o comunque nel primo pomeriggio in paese. Cene e pernottamenti nei locali, alberghi o b&b indicati via via dagli organizzatori.
Giovedì 31 saranno coperti i 22 km da Lamon a Fonzaso che, «in caso di incidente o crollo della diga, verrebbe rasa al suolo dall’onda d’acqua come accadde a Lavarone col Vajont», dicono gli organizzatori; nel percorso si toccheranno Frassenè, Agana e il lago del Corlo, di cui si propone lo sghiaiamento come alternativa alla diga, quindi per Incino si arriverà a Cismon.
Venerdì 1 novembre, con un cammino di 25 km, si raggiungerà Bassano costeggiando il Brenta lungo la zona dei terrazzamenti, fra le più critiche dal punto di vista idraulico. Alle 18.30 a Villa Angaran è in programma lo spettacolo teatrale (ingresso gratuito, prenotazione su eventbrite) “H2Ofelia. Per Falde Acquifere scomode”, con Loretta Marangoni e Tatiana Vedovato, regia di Marta Dalla Via e drammaturgia di Diego Dalla Via.
La tappa del 2 novembre, da Bassano a San Pietro in Gu (25 km), è dedicata alle rogge e alle risorgive (San Lazzaro, Pozzoleone e Bressanvido), quella del 3 novembre (23 km) porterà i marciatori, dopo la visita al Museo delle risorgive di San Pietro e con gli interventi del geografo Francesco Vallerani sulla lettura dei paesaggi fluviali, le geografie d’acqua, la navigabilità e il turismo, fino a Piazzola.
Il 5 novembre la marcia attraverserà Padova facendo conoscenza coi suoi canali, per raggiungere Dolo e la Riviera del Brenta, e il 6 si arriverà a Venezia.
In concomitanza col cammino verrà lanciata una raccolta fondi per la realizzazione di un documentario che racconterà la mobilitazione contro la diga, le alternative possibili e la nuova alleanza tra pianura e montagna, regista Marco Pavan. —
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