Rissa per Lazio - Spal: condannati 29 ultras, ecco tutti i nomi
Rissa tra ultrà di Spal e Lazio, ad Auronzo: 29 condanne e due assoluzioni.
Dieci mesi di reclusione con pena sospesa a testa per Alessandro Antinori, Lorenzo Barioni, Gabriele Benetti, Lorenzo Carracoi, Riccardo Cocchi, Gianluca Coltra, Alex Fantuzzi, Simone Graziani, Davide Malaguti, Giacomo Malfaccini, Matteo Paganini, Gennaro Panzetta, Igor Pollini, Roberto Ravaglia, Simone Rosatti, Fulvio Giovanardi, Thomas Olasi, Luca Bombardi, Filippo Bini, Davide Benatti, Christian Russo e Gianluca Ghirardini della Curva Ovest del Mazza di Ferrara e Leopoldo Cobianchi, Andrea Ciotti, Lorenzo D’Ercole, Marco Altomare, Paolo Maria Ardovino, Piervito Albanese, e Alessio Abbruzzese della Nord dell’Olimpico di Roma.
Niente attenuanti generiche e nessuna legittima difesa. Assolti per insufficienza o contraddittorietà della prova gli altri due emiliani Luca Borsetti e Gianluca Vivenzio, che erano alla guida di due veicoli e non hanno partecipato al tafferuglio del 28 luglio 2018, i via Cella, prima dell’amichevole Lazio - Spal. Non doversi procedere per il danneggiamento aggravato, perché il danno alla moto di Francesco Corte Metto e agli arredi dell’Hostaria sono stati risarciti con tremila euro e per la detenzione abusiva delle armi trovate nelle case degli imputati, durante le perquisizioni, in quanto il reato è prescritto.
C’erano anche lo spallino Nicolò Sansoni e il laziale Davide Dimarcotullio, che avevano chiesto e ottenuto dal giudice del Tribunale di Belluno Federico Montalto la sospensione del processo per messa alla prova: lavori di pubblica utilità, in una parola volontariato.
Il pubblico ministero Marta Tollardo aveva chiesto otto mesi per coloro che saranno effettivamente condannati, mentre i difensori Giovanni Adami di Udine per gli spallini ed Enrico Rech di Belluno per i laziali miravano all’assoluzione per non aver commesso il fatto con la vecchia formula dubitativa, in subordine il minimo della pena con la non menzione nel caso di derubricazione in rissa da aggravata a semplice.
Non doversi procedere per gli altri due capi d’imputazione contestati.
La pubblica accusa puntava sul video amatoriale girato con il telefonino da una persona e sul riconoscimento personale preciso e puntuale da parte degli agenti delle Digos di Ferrara e Roma. Poliziotti, che seguono ogni domenica le tifoserie e conoscono tutti.
Le difese, invece, erano convinte che non fosse nemmeno stata una rissa, sulla base anche di una serie di sentenze di altri tribunali. D’accordo sul fatto che si sia trattato di un agguato da parte dei laziali, ma erano tutti a volto scoperto, non sono stati sfoderati bastoni o mazze e, dalle immagini, «non sappiamo chi ha fatto cosa».
Addirittura Antinori «ha fatto da paciere». Condannati in 29, ma ci sarà appello e il reato si prescriverà nel gennaio 2026.