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“Riforma non negoziabile”: Nordio blinda separazione delle carriere e Csm. E smaschera l’Anm

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La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e sul Csm si farà. Perché “è nel programma del governo ed è un dovere del governo proporre questa legge, perché è quella proposta ai cittadini, che ce l’hanno imposta. Non è negoziabile ed avverrà“. A chiarirlo è stato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, invitando a ricollocare il dibattito pubblico sul tema nella giusta prospettiva: “Vorrei che smettessimo di far coincidere la separazione delle carriere con il pericolo che il pubblico ministero venga sottoposto al potere esecutivo: nella riforma è scritto a lettere chiarissime che il pm è e resterà assolutamente autonomo e indipendente”. “La riforma va letta integralmente: la separazione delle carriere esiste in tutti i Paesi democratici“, ha aggiunto il Guardasigilli, intervenendo in videocollegamento al Festival del Corriere della Sera, CasaCorriere, in corso a Napoli. In quella sede, Nordio si è anche soffermato sul nuovo caso di dossieraggi emerso dall’inchiesta milanese ed è tornato sul caso Albania.

Nordio blinda la riforma su separazione delle carriere e Csm: “Non negoziabile, avverrà”

Sulle riforme che riguardano la giustizia, Nordio ha ribadito la disponibilità del governo al dialogo, a partire dalla intercettazioni su cui “siamo apertissimi”. Ma sulle riforme costituzionali con cui il governo ha preso un impegno programmatico forte con i cittadini il discorso è diverso: “Quella legge – ha detto a proposito di separazione delle carriere e Csm – è blindata e auspico che dopo l’approvazione si vada a un referendum, è una materia delicata ed è giusto che si esprimano gli italiani. Dunque, “la riforma sulla separazione delle carriere non si modifica”, ha specificato, ricordando che “non c’è un clima di pressione da parte della politica nei confronti dei magistrati e se loro pensano che la riforma sul Csm e sulla separazione carriere sia una forma di pressione, allora attuano un atteggiamento incomprensibile”.

La mail di Patarnello? “In qualsiasi altro Paese sarebbe uno scandalo, da noi l’Anm la difende”

“Nel mio mondo ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi sotto il profilo del merito, quindi da un punto di vista tecnico”, ha proseguito il ministro, augurandosi “da ex magistrato, da ministro e da cittadino, una conciliazione, una serenità di rapporti tra politica e magistratura come auspicato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma bisogna essere in due per una situazione di armonia. So che alcuni politici hanno usato parole forti verso i magistrati, che a loro volta hanno usato parole violentissime verso i politici”. Nordio, quindi, parlando dell’email del magistrato di Cassazione Marco Patarnello, ha ricordato che “l’Anm anziché prendere posizione contro coloro che hanno fatto queste affermazioni improprie li hanno addirittura difesi. In qualsiasi altro Paese – ha commentato – una situazione così avrebbe creato uno scandalo enorme”. Nordio, infine, ha chiarito che la valutazione del caso “deve ancora iniziare”. “Ha detto che la presidente del Consiglio è una persona pericolosa. Inoltre abbiamo anche il precedente antipatico del dialogo di altri due magistrati che spiegavano come ritenessero che Matteo Salvini fosse innocente sulla vicenda Open Arms, ma che bisognasse comunque attaccarlo”, ma, ha precisato il ministro, “non possiamo fondarci solo su notizie di stampa”.

Sul caso Albania anche dalla Corte Ue dicono “in Italia non hanno capito”

Il ministro, quindi, ribadendo la piena solidarietà al giudice Silvia Albano, raggiunta da minacce di morte, dopo i decreti contro i rimpatri dei migranti trasferiti in Albania, ha ricordato che “la critica più severa” sulle decisioni dei giudici romani “arriva proprio dalla risposta che ha dato un appartenente alla Corte Ue di Giustizia, qualificata come ‘sinistrese’, che ha detto che di quella sentenza nessuno ha capito nulla in Italia”. “È quello che ho detto io, cioè che è ‘abnorme’, perché – ha sottolineato Nordio – riguardava episodi completamente diversi”. “L’interpretazione autentica dice che la definizione di Stato sicuro è appartenenza esclusiva dello Stato. Se siamo arrivati al punto per cui abbiamo dovuto fare un decreto legge per qualificare gli Stati sicuri – ha precisato il ministro – è perché ora entra nella legge e finalmente si spera che questa storia venga risolta”.

Sui dossieraggi necessario “allineare” gli strumenti dello Stato per contrastare i criminali

Quanto al caso del giorno, ovvero la nuova inchiesta sui furti da banche dati sensibili, aperta a Milano e oggetto di un forte allarme lanciato anche dal procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo, il ministro ha avvertito sulla necessità di “allineare” leggi e tecnologia a disposizione dello Stato alle capacità messe in campo dalla criminalità. “Servono sforzi per allineare normativa vigente, ma anche lavorando di fantasia, prevedendo cosa possono fare senza doverli inseguire”, ha detto Nordio, sottolineando che “guardando i risultati delle indagini o quanto si è potuto capire, sono d’accordo: il dossieraggio era mirato contro persone di alta caratura politica effettivamente l’intenzione era sicuramente quella, i risultati diventano spesso un boomerang, quando i dossieraggi sono scoperti, diventano grossolani, goffi, con risultati contrari”.

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