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Ragazzino ucciso a Napoli: per Saviano non è colpa di “Gomorra” ma della Meloni…

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Quindici anni, ucciso nella guerra di camorra nel centro di Napoli. Si chiamava Emanuele Tufano, è stato trovato riverso in una pozza di sangue ammazzato a colpi di pistola in una sparatoria avvenuta tra via Carminiello al Mercato e corso Umberto I. Un omicidio, l’ennesimo di un ragazzino, con la camorra a seminare morti in città senza fare sconti a nessuno, come in una serie di “Gomorra”, il “tesoro” di Roberto Saviano che ha prima denunciato, poi alimentato il mito dei boss, baby e non, diventati esempi da emulare. Come forse è accaduto con gli assassini di Emanuele Tufano, come qualcuno fa notare a Saviano, che invece come sempre non fa autocritica ma se la prende con il governo  e con chi ha bonificato quartieri come Caivano. 

Saviano a Gomorra: non è mai colpa sua ma della Meloni

“Le serie come Gomorra, normalizzano la mafia e la camorra, alimentando una cultura della violenza. Questa generazione è costantemente a rischio, e i social, da YouTube a TikTok, insieme a influencer che promuovono comportamenti tossici, aggravano la situazione”, dichiara Dj Aniceto,  da sempre impegnato nel sociale, già membro della Consulta Nazionale per le Politiche Antidroga a Palazzo Chigi, commentando il delitto da parte di un killer del suo amico d’infanzia 15enne.

Lo scrittore, invece, sguazza nella demagogia e a “La Stampa” affida le sue deliranti tesi. “A Napoli sta succedendo quello che è sempre accaduto. L’età media degli appartenenti alle organizzazioni criminali è bassa, è bassissima, Va avanti così da molti anni, lo avevo raccontato nella Paranza dei bambini“. Saviano spiega: “Visto che si muore presto e si va in galera molto presto, bisogna iniziare subito a guadagnare. Intorno ai 14 e 15 anni inizi la scalata ai vertici, che puoi raggiungere intorno ai 20 anni. A 25 sei già vecchio”. Poi aggiunge: “Napoli è diventato un luogo accessibile che ha incuriosito, anche grazie alla bellezza del passato, ma non è affatto migliorata come produttività. C’è questa crescita parassitaria di chi guadagna sui turisti, e in prima linea c’è la camorra. Gli stessi che mi attaccavano dicendo che io avevo diffamato Napoli sono gli stessi che adesso stanno guadagnando da quella luce. I turisti non arrivano con gli spot retorici; quando si racconta la città nella sua verità, è lì che c’è la grande attrazione. Se avessi diffamato Napoli, non sarebbe piena di turisti. Ma chi ci guadagna? L’overtourism, che tra pochi anni trasformerà la città in una Venezia del Sud, in una città senza identità, un parco giochi per turisti dove vengono a mangiarsi la pizza e a farsi truffare? Tutto questo a chi porta vantaggio?”.

“Non arrestare chi delinque, altrimenti diventa camorrista…”

Non mancano le critiche di Saviano al governo, che cerca di fare qualcosa.Il decreto Caivano è stato un disastro. Il sovraffollamento distrugge qualsiasi forma di recupero. A Caivano, al Parco Verde, c’è stata una repressione allargata, un blitz annunciato dopo la presenza di Giorgia Meloni, una messa in scena politica, che serviva alla propaganda. La premier è riuscita a ottenere il consenso di qualcuno che, localmente, ha iniziato il peana del cambiamento. Ma non è arrivato il lavoro, non c’è stato contrasto al narcotrafico; le piazze si sono semplicemente spostate. Quel decreto non ha saputo fare la distinzione, enorme, tra i ragazzi che sono entrati nella criminalità organizzata e chi è nella criminalità comune… Stai mettendo in galera persone che magari invece possono essere recuperate in altro modo. E ancora: c’è l’ammonimento ai minori tra 12 e 14 anni e una pena pecuniaria che arriva alle famiglie, che spessissimo sono in miseria. Quei soldi non li danno o, peggio ancora, li ricevono dai clan che si fanno garanti di tutto il percorso. Nel momento in cui un minore non camorrista finisce nella rete, in quel momento viene avvicinato dalle famiglie mafiose che danno un sostegno, forniscono avvocati e una promessa di lavoro. Questo reato, in molti casi, trasforma un ragazzino che fa furti di strada e bullismo in un camorrista…”.
Quindi, chi delinque non va arrestato altrimenti diventa camorrista… Senza parole.

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