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Emilia Romagna, la tragedia annunciata già 20 anni fa in un Piano “dimenticato” dalla Regione

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Possibile che dal 2015 ad oggi nessuno in Regione Emilia Romagna se ne sia accorto? Il disastro che oggi esplode in tutta la sua drammaticità era già scritto, si sapeva tutto. C’è un documento che giaceva nel cassetto che pure era molto esplicito: «Piano stralcio per l’assetto idrogeologico» dell’Autorità di bacino del Reno. Che è un istituto della Regione Emilia-Romagna che prevedeva un programma di interventi per contrastare il rischio delle inondazioni. Un piano per “consolidare l’assetto della rete idrografica del torrente Idice, che con il Ravone e il Savena è stato il protagonista del disastro che osserviamo in questi giorni. Il piano – di cui dà informazione la Verità sul numero in edicola oggi 24 ottobre- è composto di diciassette pagine di investimenti e di progetti:  per un totale di spesa di 11,7 milioni di euro. Era talmente dettagliato che conteneva un focus su alcune zone e quartieri particolarmente sensibili dove intervenire. Che fine ha fatto?

Il Piano della Regione chiuso in un cassetto: prevedeva quali interventi realizzare

Ora, sull’emergenza maltempo in Emilia Romagna il sindaco di Bologna Lepore fa la grnde scoperta: «Bisognerà intervenire in modo pesante sui torrenti tombati». L’opposizione giustamente ne chiede le dimissioni. mentre la Regione invita a «stare tutti uniti, un’unità repubblicana». Proo prio in queste ore il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta facendo visita a Bologna, città martoriata dall’alluvione. Ha incontrato in Prefettura i genitori e il fratello di Simone Farinelli, il giovane morto nei giorni scorsi a Pianoro. Ecco, chi dirà loro che quanto accaduto era fatale che avvenisse, che era nella logica delle cose, che  era tutto scritto”. E evidente che l’allarme lanciato nel 2005  “mai preso in considerazione era nero su bianco da 20 anni”, scrive Giorgio Gandola, autore dell’inchiesta.

In vent’anni si sono succeduti Errani e due volte Bonaccini

Ne deriva che il Piano di prevenzione contro il dissesto idrogeologico è stato neutralizzato in qualche modo “da un ecologismo radicale trasformatosi in boomerang per i cittadini”. E’ facile fare i conti nella regione da sempre a guida centrosinsitra: “Due volte Vasco Errani e due volte Stefano Bonaccini si sono seduti invano sulla poltrona da governatore. Mentre il piano languiva e i torrenti si trasformavano in bombe d’acqua”.

Emilia Romagna, gridano vendetta i casi di Budrio e Vigorso: inchiesta della Verità

Il caso del comune di Budrio in provincia di Bologna, luogo tra i più colpiti, grida vendetta. Nel piano del 2005 era sottolineato nero su bianco: «Nel Comune di Budrio sono state individuate aree in cui risulta necessario provvedere a interventi per la messa in sicurezza del territorio. In località Vigorso, l’area sulla quale è insediata la sede Inail, in sinistra idraulica, è già stata oggetto delle esondazioni delle acque di piena del torrente Idice in diverse occasioni. È necessaria – leggere bene- la progettazione e la realizzazione di opere per la messa in sicurezza di tale area da eventi di piena con tempo di ritorno 200 anni». Insomma, bisognava agire vent’anni fa. Ricordiamo che a Vigorso, il centro protesi riabilittivo – un’eccellenza- è chiusa da tempo perché devastto dal fango. Ebbene, già 20 anni fa il Piano allertava la Regione a «progettare e realizzare opere per la messa in sicurezza dell’area». (Foto del documento citato dalla Verità).

Emilia Romagna, i disastri potevano essere scongiurati con opere di manutenzione indicate nel Piano

Rimaniamo sgomenti. Ci pensa l’opposizione a rimarcare la responsabilità politica di un disastro annunciato. «Dispiace constatare che quanto occorso nel territorio era già stato preventivato da studi approfonditi nelle mani della Regione. Ma, soprattutto, che i disastri potevano essere scongiurati con opere di manutenzione -dice Marta Evangelisti, capogruppo di Fdi in Regione, al quotidiano diretto da Belpietro-.  Oggi bisogna intervenire con urgenza, cancellando le normative che impediscono di prendersi cura del reticolo idrografico; facendo le infrastrutture necessarie e spendendo le risorse messe a disposizione negli anni ma mai utilizzate correttamente». La domanda iniziale rimane senza risposta: perché nessuno ha voluto leggerlo e applicarlo? Ora che tra un mese si andrà a votare per il rinnovo del Consiglio regionale, apprendiamo della grande paura che aleggia a sinistra sull’astensione dal voto per la rabbia tra gli emiliano- romagnoli. Il che renderebbe più striminzita la vittoria eventuale del candidato dem. Ecco, non candano dalle nuvole, potrebbe accadere quanto ad oggi è solo un ipotetico ribaltone. Mai dire mai.

L'articolo Emilia Romagna, la tragedia annunciata già 20 anni fa in un Piano “dimenticato” dalla Regione sembra essere il primo su Secolo d'Italia.