Il sito dei dinosauri e le foci del Timavo, quelle ricchezze inespresse al Villaggio del Pescatore
Il Villaggio del Pescatore nel suo “fazzoletto” riesce a offrire autentiche ricchezze storiche e architettoniche da un lato e, contemporaneamente, palesare dall’altro brutture per certi versi inaccettabili. In sostanza, un abitato che presenta due facce della stessa medaglia e che contrastano fra loro in maniera evidente.
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Avventurarsi nella realtà di questa frazione del comune di Duino Aurisina significa di fatto poter ammirare dall’esterno una chiesa di straordinario valore, come quella di San Giovanni in Tuba, che però, non appena piove in abbondanza, si vede invasa, soprattutto nella parte dietro l’altare, dalle acque e dal fango del Timavo, le cui foci sono dislocate a pochi metri di distanza.
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Non solo. Si può arrivare, increduli, davanti al cancello con la scritta “chiuso” apposta all’ingresso del sito paleontologico che, se opportunamente attrezzato, gestito e aperto al pubblico, «potrebbe portare mezzo milione di visitatori all’anno», come afferma il sindaco Igor Gabrovec. Un’operazione, quella dell’apertura del sito, che continua però a rimanere un sogno che ha estrema difficoltà a trasformarsi in una realtà apprezzabile.
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E poi come non osservare brutture come le rovine dell’area un tempo destinata alla lavorazione del pesce, o come la triste scritta, oggi semi sepolta dal verde incolto, che ricorda la presenza, un tempo, all’ingresso in paese, di un ristorante noto in tutta la regione, come la Baia degli uscocchi, il cui gazebo per le cene estive all’aperto è oggi facile preda di ratti e, forse, di estemporanei ospiti in cerca di un rifugio per la notte.
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Al contempo, però, il Villaggio del Pescatore offre le iniziative delle società nautiche Laguna e Duino 45° nord, la lungimiranza della Polisportiva san Marco, la presenza di un cantiere come il “Timavo”, da cui fra l’altro partono, d’estate, le escursioni in mare. Insomma, attraversare l’area di questa frazione comporta assistere a contrasti impensabili, frutto di uno sviluppo forse troppo rapido, che però segue il ritmo dei tempi. Un’accelerazione che implica come, sulla parte dimenticata del Villaggio del Pescatore, possa posarsi l’occhio di chi vuole investire e costruire.
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«Siamo la realtà più importante qui al Villaggio e certamente non siamo contrari a interventi di riqualificazione. Bisogna però fare i conti, prima di lanciare una proposta concreta, analizzare la situazione della viabilità e dei parcheggi esistenti. Per esperienza, quando organizziamo eventi nella nostra area, sappiamo le difficoltà logistiche che si vengono a creare. Credo perciò che bisognerebbe inizialmente confrontarsi con l’amministrazione comunale e la comunità», dice Andrea Bagat presidente della San Marco.
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«Sul fatto che il Villaggio meriti uno sviluppo siamo tutti d’accordo – sottolinea il presidente del Duino 45° nord, Dario Danese – però bisogna cominciare con un dialogo con il Comune e con le realtà che già operano in questo contesto. Va pensato in altre parole a un adeguato sistema di servizi, prima di ipotizzare la costruzione di un albergo di notevole dimensione».
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Dello stesso avviso Alberto Bazzeo, presidente del Laguna: «Ogni considerazione la ritengo prematura, visto che sembra si sia appena alla fase del lancio di un’idea, mentre credo manchino le necessarie autorizzazioni edilizie». Infine Maurizio Lenarduzzi, titolare del cantiere Timavo: «L’arrivo di investitori e risorse è senz’altro positivo – dice – però il tutto va fatto con criterio e facendo i passi giusti. Non vogliamo un nuovo Portopiccolo peggiorato». —
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