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Октябрь
2024

Ipotesi confini riaperti con Go!2025, Ciriani: «Per ora non se ne parla»

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Era il 18 ottobre di un anno fa quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni comunicava la decisione del Governo di ripristinare, dal 21 ottobre, tre giorni dopo, i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia. A pochi mesi dal via di Go!2025 gli auspici delle istituzioni regionali, Comune di Gorizia in testa, vanno nella direzione del ritorno alla libera circolazione. Ma i tempi non sono ancora maturi. Anzi, a sentire il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, «sono i numeri a confermare l’efficacia di quella scelta». E dunque, almeno per il momento, «la sospensione di Schengen non si tocca».

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Linea condivisa

Ciriani spiega di averne parlato con il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e di aver condiviso con lui la linea. Il ripristino dei controlli alle frontiere è «temporaneo», ricorda il ministro, ma «ha prodotto un importante effetto deterrente degli ingressi irregolari e, visti gli ottimi risultati, ad oggi il Governo non ha ancora fatto alcuna valutazione su una eventuale sospensione della misura introdotta un anno fa».

I numeri

Ciriani, attraverso un comunicato, fornisce appunto i numeri, che qualche ora dopo vengono ulteriormente aggiornati dal capo ufficio stampa del ministero dell’Interno Paolo Canaparo. Dall’inizio della sospensione di Schengen sono stati controllati 313mila veicoli e oltre 621mila persone, mentre sono 5.071 i migranti irregolari rintracciati al confine e, di questi, 1.600 sono stati denunciati per reati connessi all’immigrazione clandestina e 274 risultano arrestati. Più della metà di questi, 147, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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Ipotesi Go!2025

Con queste premesse, fa sapere Ciriani, «il ministro Piantedosi mi ha confermato che ad ora non è prevista alcuna modifica allo stato vigente». La riapertura legata a Go! 2025? «Visto che il prossimo anno si intensificherà il passaggio di turisti tra Gorizia e Nova Gorica – dichiara il ministro –, è possibile che si possa ritornare a Schengen in quell’area. Ma lo si vedrà nel momento opportuno e con gli eventuali limiti».

Il caso Albania

Questione evidentemente con importanti riflessi politici in una fase in cui il Governo punta a blindare gli hotspot in Albania e Meloni promette di «continuare a lavorare senza sosta per difendere i nostri confini e per ristabilire un principio fondamentale: in Italia si entra solo legalmente, seguendo le norme e le procedure previste». Una linea che è anche della presidenza della Regione, che fa sapere di non aver avuto alcuna informazione sulla prossima riapertura dei confini. E così pure il segretario regionale leghista Marco Dreosto.

Misure efficaci

Per Sandra Savino, coordinatore regionale di Forza Italia, «i controlli temporanei alle frontiere tra Italia e Slovenia dimostrano l’efficacia delle misure adottate e i risultati testimoniano l’importanza di mantenere alta l’attenzione, garantendo sicurezza e legalità. Il Governo, come conferma anche l’azione del Ministero dell’Interno, ha scelto una linea di fermezza necessaria che si sta rivelando fondamentale per tutelare i confini nazionali e la stabilità del nostro territorio. Continuare su questa strada è essenziale per rafforzare ulteriormente l’efficacia della nostra azione».

Interrogativo da porsi

Dopo di che, l’appuntamento della Capitale della cultura fa ipotizzare che qualcosa, forse, cambierà. Ne parla, con prudenza, l’assessore regionale a Sicurezza e Immigrazione Pierpaolo Roberti: «Notizie non ce ne sono, ma è normale porsi l’interrogativo se rimarrà la sospensione oppure no».

Il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna ricorda da parte sua che «i ministri Piantedosi e Tajani assicurarono che avrebbero fatto il possibile per ripristinare il Trattato di Schengen, ovviamente condizioni internazionali permettendo, in occasione di Go!2025. Fermo restando che la sospensione ha prodotto risultati importanti, è ovviamente l’auspicio di tutti».

Nell’attesa, prosegue Ziberna, «Piantedosi ha promesso, e lo sta mantenendo, l'impegno assunto di prevedere una sorta di corsia privilegiata per i transfrontalieri, visto che tantissimi sono coloro che vivono da una parte del confine e lavorano o studiano dall'altra parte. Personalmente non ho mai assistito a file di veicoli al confine». —

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