All’università Ca’ Foscari si producono orate e salicornia
All’università di Venezia si producono orate e salicornia. Merito di un impianto dimostrativo di acquaponica, messo in funzione con successo grazie a due progetti Interreg Italia-Slovenia, Bluegrass e BeBlue, coordinati dall’Università Ca’ Foscari Venezia con l’obiettivo di offrire a chi vuole investire nella tecnologia acquaponica degli strumenti per valutarne la sostenibilità ambientale ed economica.
L’impianto si trova al Campus Scientifico, in via Torino a Mestre, ed è visitabile gratuitamente dagli interessati contattando il coordinatore del progetto BBlue, il professore di Ecologia Roberto Pastres (pastres@unive.it).
La sostenibilità dell’acquaponica, la filiera produttiva, i rapporti con la distribuzione e la risposta del consumatore sono temi affrontati in una giornata di confronto con gli operatori del settore che il progetto BeBlue ha organizzato nei giorni scorsi al Campus Scientifico.
Nell’occasione, è stato presentato per la prima volta al pubblico l’impianto di acquaponica di Ca’ Foscari.
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Un impianto pilota
«Nel nostro impianto pilota», spiega Pastres, «stiamo sperimentando l’acquaponica marina. Si tratta cioè di produrre assieme pesce di mare, nel nostro caso le orate, e piante che siano in grado di resistere ad elevate salinità, le alofite, nel nostro caso la salicornia. E’ una pianta autoctona, si trova nelle barene e nelle zone marginali della laguna ed è apprezzata nella ristorazione. La sperimentazione è stata un successo. Le orate sono cresciute e siamo riusciti anche ad allungare la stagione della salicornia, che oggi arriva nelle nostre tavole quasi sempre importata da altri paesi mediterranei».
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L’acquaponica è stata presentata come soluzione sostenibile per affrontare le sfide alimentari ed ambientali del futuro. Gli esperti evidenziano l’importanza di costruire una filiera completa, dal produttore al consumatore, per rendere questi prodotti accessibili al grande pubblico e conosciuti come prodotti sicuri, controllati, sostenibili e di alta qualità.
Nel corso della giornata, in sinergia con il progetto iNEST, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’orizzonte è stato allargato a tutta la filiera dei prodotti ittici, sia da pesca sia da acquacoltura, coinvolgendo diversi gruppi di consumatori.