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Juventus, tutto qui?

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E alla fine anche la casella delle sconfitte è stata sporcata. Cade la Juventus di Thiago Motta, perde meritatamente contro lo Stoccarda e complica la corsa alla posizione nelle 'magnifiche 8' che avranno la sorte di entrare direttamente negli ottavi di finale della Champions League. Non un guaio irrimediabile, ma la sfida contro lo Stoccarda deve lasciare qualche motivo di riflessione ai bianconeri e al tecnico perché è stata meritata anche oltre il risultato finale e il fatto di essere arrivata in tempo di recupero.

E' stata una brutta Juventus, la peggiore della stagione. Dominata dall'inizio alla fine da una squadra che ha unito il pressing feroce del calcio tedesco a una qualità non eccelsa, ma superiore alla media di tante partite del campionato italiano. Non ci fosse stato Mattia Perin in serata da muro di gomma, la dimensione del ko sarebbe potuta essere anche superiore: un palo interno, un gol cancellato dal Var per un micro tocco di braccio e un rigore neutralizzato con in dote anche il cartellino rosso per Danilo. Questo il racconto della partita dello Stadium, cui si aggiunge una considerazione statistica impietosa: un tiro in porta dei bianconeri contro 11 dei tedeschi.

Cade così l'imbattibilità e si complica forse in maniera irrimediabile la corsa a una posizione tra le prime otto della Champions League, la strada per entrare direttamente agli ottavi di finale evitandosi la fatica extra del playoff di febbraio. E' vero che il calendario non è complicatissimo per la Juventus, ma un passo falso casalingo contro un avversario di medio livello non era contemplato.

Più degli effetti sul girone, però, è bene che Thiago Motta rifletta sul perché il ko è maturato. La verità è che la notte contro lo Stoccarda ha evidenziato i difetti fin qui intravisti nell'avvio di stagione. La Juventus soffre quando chi la affronta lascia pochi spazi o perché difende con il blocco basso, come capita in Serie A, oppure perché in grado di sviluppare un pressing organizzato e atleticamente asfissiante come lo Stoccarda.

E' un copione che si ripete da fine agosto e viene il sospetto che Thiago Motta non sia ancora riuscito a prendere le contromisure oppure, e sarebbe lo scenario peggiore, che ci sia qualche lacuna strutturale che impedisce la trasformazione del calcio bianconero da macchinoso, lento e orizzontale in verticale e feroce. Se poi Vlahovic non è in serata giusta, come contro lo Stoccarda, viene meno anche l'unica punta che possa aiutare a prendere profondità.

Lo scontro scudetto a San Siro contro l'Inter aiuterà a trovare la risposta e l'avvio di un progetto complesso come quello che comprende l'innesto di una decina di giocatori e di un allenatore nuovo va considerato come parziale spiegazione. Però i tempi per cominciare a tirare una linea si avvicinano e alcuni nodi vanno sciolti. Ad esempio Douglas Luiz, fuori all'ultimo per un problema muscolare: doveva essere l'uomo della qualità e si sta trasformando in un enorme punto di domanda.

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