La sfida dei puzzle, una trevigiana ai mondiali in Spagna
Appenderli come quadri? Ma che gusto c’è? Meglio disfarli e poi un giorno rifarli di nuovo. Il senso di Chiara per i puzzle è in un misto di amore e sfida. E quale occasione migliore per mescolare i due sentimenti di un mondiale di puzzle. Sì, perché esiste proprio un campionato per appassionati, che premia il più veloce (e la coppia, e la squadra da quattro) al mondo.
Chiara Andreola a settembre è andata in Spagna, a Valladolid, per partecipare a questo mondiale che ha coinvolto tremila persone. È arrivata in semifinale, si è divertita e ce l’ha raccontato.
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C’è anche una preparazione, dietro, perché la velocità si allena, così come la gestione dell’ansia da prestazione.
«Ho provato a mettermi in gioco con gare che si fanno su piattaforme come Zoom o Meet per prepararmi e capire se fossi veloce, competitiva. Fare un puzzle da soli o in gara è diverso, c’è chi peggiora con l’ansia, io per fortuna miglioro perché mi concentro di più. E la concentrazione è fondamentale perché sono gare lunghe: in quelle di squadra si arriva alle tre ore».
Singolare, coppia, squadre da quattro e persino una sorta di nazionale da dieci elementi: Chiara, partita da sola, lì ha conosciuto diversi italiani – un padovano, due ragazze di Riese e Loria – e ha partecipato con loro anche alle gare di gruppo. C’erano più di tremila persone da tutto il mondo: la regina è la norvegese Kristin Thuv, 32 anni, che in 38 minuti ha completato il puzzle da 500 pezzi in finale. «Il livello si è alzato tantissimo – racconta Chiara – i tempi dell’anno scorso sono stati migliorati di molto».
Ma come funziona la gara? «Nell’individuale ti danno un puzzle da 500 pezzi, uguale per tutti in ciascun turno, e lo vedi per la prima volta quando parte il tempo e puoi aprire il sacchetto. Si qualificano i 60 più veloci in ciascuna delle batterie, poi 90 per semifinale e si arriva alla finalissima in 180. In coppia i puzzle per la finale sono più grandi, da mille pezzi, mentre nella gara a team devi completare due puzzle a scelta tra i quattro che ti danno, e poi in finale due da mille, uno dopo l’altro».
Ci si diverte, insomma, ma c’è anche quel pizzico di ansia da gara, con tanto di una cinquantina di giudici sparpagliati per i tavoli a controllare che tutto proceda regolarmente. Il primo giorno, per tentare il Guinness World Record, si è svolta una sorta di gara per nazionali, con dieci partecipanti per squadra. «Qui in Italia una federazione non esiste, stiamo cercando di crearla», racconta chiara, che invita chi fosse interessato a contattarla su Instagram (@clairlizzie), dove condivide ovviamente questa sua passione, oltre a quelle per la lettura e i giochi in scatola.
Insomma, Chiara torna da Valladolid con la soddisfazione della sua prestazione (è riuscita a completare un puzzle in 56 minuti) e soprattutto con uno splendido ricordo, in attesa della prossima sfida. «Una passione per i puzzle iniziata sin da piccola, quando non ne avevo tanti e rifacevo spesso gli stessi. Poi da adulta e con soldi a disposizione la cosa sfugge di mano!».