Da militare in Algeria a scrittore, Yasmina Khadraal: «Stiamo per ritornare all’età della pietra»
Nel suo paese, l’Algeria, Mohamed Moulessehoul era un militare e quando iniziò a scrivere dovette farlo sotto lo pseudonimo femminile di Yasmina Khada. Romanziere francofono tradotto in oltre 60 paesi in questa intervista netta, forte senza mediazioni dà voce alle ragioni della sua scrittura e a suo pensiero sull’attualità.
«Mi scuso per lo sconvolgimento dell’agenda a causa di problemi di salute che non mi permettono nell’arco di una settimana di viaggiare da Parigi all’Algeria e all’Italia. Sono dispiaciuto di dover rimandare la mia presenza al festival Dedica, manifestazione che nel 2016 mi ha accolto con calore e amicizia. Mai come in questi tempi di conflitti e insicurezza la letteratura è stata necessaria, un obbligo di rimettere l’uomo la centro di tutte le preoccupazioni. Per fare questo serve recuperare il libero arbitrio e preservare l’umanità dalle contaminazione ideologiche e dagli estremisti tornati così di moda. Scrivo per bisogno di comprendere e sapere, per arrivare al degno che nel mondo si lascia conoscere».
Con quale stato d’animo segue gli eventi internazionali?
«Con grande dolore e collera. Dolore per il popolo palestinese che si cerca di annientare e per gli ebrei che non condannano le atrocità che l’esercito israeliano commette nel loro nome. Molta collera per la complicità dell’occidente che sembra aver rinnegato i suoi valori e per il silenzio assordante degli intellettuali e delle coscienze in altre situazioni così pronte a ribellarsi per cose da poco. Quello che sta accadendo in Palestina non è che l’inizio del nuovo ordine mondiale e la fine di un’epoca. Israele annulla l’Onu, il Diritto internazionale, la Corte penale internazionale e la morale. Adesso niente impedirà alla Cina di annettere Taiwan, all’Azerbaïdjan di occupare abusivamente l’Armenia, o a una superpotenza di appropriarsi di un paese che considera un suo spazio vitale. Stiamo per ritornare all’età della pietra. Quando il terrorismo entra nella nostra vita uccide due volte. Il terrorismo si è diffuso grazie al processo di radicalizzazione presente ovunque, a tutti i livelli: sindacalismo, nazionalismo, femminismo, regionalismo, crisi identitaria, fede religiosa, correnti ideologiche. È andato oltre l’attentato individuale e dei gruppi integralisti. Oramai è nei discorsi politici dei demagoghi e nelle rivendicazioni territoriali, che esplodono in conflitti, coalizioni egemoniche e manovre destabilizzanti. Esiste anche il terrorismo intellettuale che tende limitare la libertà d’espressione e a decretare l’instaurazione del pensiero unico».
Lei è l’autore francofono più tradotto al mondo come spiega e vive il successo?
«Il successo non si spiega. Non è la vera misura di un talento né ha ricette certe per ottenerlo. Ci sono dei libri modesti che godono del successo del grande pubblico e dei capolavori che passano del tutto inosservati. Io ho avuto la fortuna di incontrare dei giornalisti e dei librai che hanno invitato i lettori a scoprirmi. La gente mi ha apprezzato e continua a sostenermi, ad incoraggiarmi a dare il meglio di me. Vivo il successo con la costante preoccupazione di meritarlo con molti sacrifici e altrettanto lavoro».
Ha anticipato in varie opere, ma soprattutto ne “L’attentato” l’esplosione del terrorismo. Da cosa nasce lo sguardo anticipatore?
«Dalla paura! Dal timore che le cose degenerino e che i governi perdano del tutto il controllo della situazione. Il malcontento è “metastasi”. Le persone sono sempre più povere a causa delle pressione fiscale e dell’aumento del costo della vita. Tutto questo crea un’enorme frustrazione. Quando non si hanno soluzioni si va alla ricerca di un capro espiatorio, che spesso è lo straniero, l’immigrato, il clandestino, vale a dire il carburante gratuito per la destra estrema e i razzisti».
C’è ancora margine per la diplomazia?
«La diplomazia tende a guadagnare il tempo necessario per preparare complotti e rappresaglie. Quello che sta accadendo in Ucraina, Armenia, Libano e Palestina prova che altro non è che una forma di danza del ventre utile a creare un diversivo. Se un paese non ha armi sufficienti per difendere la sua sovranità è alla mercé della cupidigia altrui».
A quando il prossimo libro in Italia?
«Tutti i miei romanzi vengono pubblicati da Sellerio, “I virtuosi” uscirà presto, per “Coeur-d’Amande” si dovrà attendere l’anno prossimo».