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“Mettere un 16enne in un mondo di adulti è molto dannoso. Ci vogliono regole per chi partecipa ai talent”: l’allarme del collaboratore storico di Robbie Williams

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“Angels”, “Rock DJ”, “Feel”, Millennium” e “Let Me Entertain You” sono alcuni dei successi di Robbie Williams, creati a quattro mani con il compositore britannico Guy Chambers. Quest’ultimo è rimasto impressionato dalla vicenda di Liam Payne, che si è buttato dal terzo piano del suo hotel a Buenos Aires, probabilmente alterato da droghe e altre sostanze, ma sarà il tossicologico a dare risposte certe.

Guy Chambers ha unito le forze con altri colleghi e vertici del settore musicale per chiedere un cambiamento del sistema musicale, in seguito alla tragedia. Il cantautore afferma al The Observer che “i minorenni non dovrebbero essere spinti verso il mondo del pop. Mettere un 16enne nell’industria piena di adulti potrebbe essere potenzialmente dannoso per loro”.

E poi un ricordo personale: “Robbie ha sperimentato questa esperienza durante la sua ascesa alla fama con i Take That negli Anni 90. Lui ha sicuramente sperimentato quanto ho detto. Ho quattro figli, quindi ci penso molto. So che nel caso di Robbie, con i Take That, non c’era una protezione adeguata per prendersi cura di quelli che erano solo dei ragazzi adolescenti. È successo molto tempo fa, ma non vedo molti segni di cambiamento. Non c’è molta attenzione sulle persone coinvolte nei grandi talent show televisivi”.

Intanto oltre 17mila persone hanno finora firmato una petizione per salvaguardare gli artisti dal sistema: “L’industria dell’intrattenimento, acclamata per il suo glamour è altrettanto tristemente nota per l’enorme pressione che esercita sulla salute mentale degli artisti. I problemi risultanti come stress, ansia, depressione, abuso di sostanze e persino suicidio sono elevati. Gli artisti hanno 2-3 volte più probabilità di soffrire di questi problemi rispetto alla popolazione generale“.

Il tema è tornato tristemente al centro delle cronache e non c’è dubbio che una profonda riflessione andrebbe attuata per preservare i minori che partecipano ai talent, ma anche nei confronti di tutti coloro che vengono travolti dallo showbusiness senza averne le forze per affrontare oneri e onori.

L'articolo “Mettere un 16enne in un mondo di adulti è molto dannoso. Ci vogliono regole per chi partecipa ai talent”: l’allarme del collaboratore storico di Robbie Williams proviene da Il Fatto Quotidiano.