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Vini dealcolati, via libera a metà: i produttori chiedono garanzie

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Legge di bilancio e accise: nella bozza presentata dal Governo compare la norma che potrebbe dare il via libera alla dealcolazione del vino in Italia. Questo processo, già consentito a livello europeo, era stato fino ad ora vietato nel nostro Paese, costringendo diverse cantine a rivolgersi all’estero per produrre “vini” alcol free o low alcol.

Vino dealcolato

La novità prevede che la dealcolazione sarà permessa, ma sottoposta ad accisa e a regole specifiche. Sarà l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ad autorizzare infatti i produttori a procedere con il trattamento, che potrà ridurre il tasso alcolico solo fino a 50 ettolitri all’anno.

Il mercato dei vini a basso o zero contenuto alcolico sta crescendo, con una ricerca dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly che rivela come il 36% dei consumatori italiani sia interessato a bevande dealcolate. Negli Stati Uniti, il segmento vale già un miliardo di euro.

I produttori

Filippo Polegato, amministratore delegato di Astoria e consigliere dell’Unione Italiana Vini, ha sottolineato l’importanza di questa novità, evidenziando come, fino ad ora, la mancanza di regolamentazione abbia costretto le aziende a un “slalom burocratico” per produrre vino in Italia, dealcolarlo all’estero e poi re-importarlo.

«È positivo che il Governo decida di affrontare il problema; ma questa bozza deve essere solo un punto di partenza», ha affermato Polegato. Ha inoltre messo in evidenza la necessità di non considerare solo i ritorni fiscali, ma anche la competitività del settore vinicolo italiano.

Sandro Bottega, titolare di Bottega Spa, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla dealcolazione, sottolineando che la questione è ancora in fase di chiarimento. «C’è un aspetto etico e tecnico da considerare: se l’alcol estratto sarà destinato all’uso industriale, non sarà soggetto ad accise; se invece verrà impiegato per fini alimentari, sarà tassato».

Serve un confronto

Bottega ha anche messo in evidenza l’importanza di un dialogo più efficace tra i ministeri dell’Economia e dell’Agricoltura e i produttori, per affrontare le incongruenze delle normative attuali. Secondo l’ad di Bottega Spa le norme vigenti sono obsolete e devono essere aggiornate. «È stata richiesta la produzione di vino dealcolato in stabilimenti dedicati, il che comporterebbe investimenti significativi, considerando il limite di produzione fissato a 50 ettolitri, circa una cisterna e mezza – spiega Sandro Bottega – attualmente io ho richieste per 55 cisterne di vino alcol free».

Una sproporzione che fa sperare che scoraggia: «È necessario che la questione venga affrontata da esperti, e chi meglio di noi produttori può fornire le competenze necessarie? Vale la pena ricordare l’enorme potenzialità di questo mercato. Noi, ad esempio, produciamo già spumanti senza alcol, anche se non possiamo chiamarli “vino” a causa delle normative attuali.

Produciamo già volumi significativi di questo prodotto, e il mercato dimostra un interesse crescente. Se le normative non vengono aggiornate, noi produttori rischiamo di perdere terreno nei mercati internazionali. È fondamentale che il “made in Italy” sia sostenuto anche permettendo all’industria di essere competitiva a livello globale».