Imbrattate le vetrine di Starbucks a Venezia con scritte pro Palestina
Neanche il tempo di servire il primo Frappuccino che già il personale ha dovuto mettere mano al secchio e al detersivo per ripulire le vetrate.
Nella notte tra giovedì e venerdì - quella che ha preceduto l’apertura ufficiale - il primo punto vendita di Starbucks a Venezia ha subito un raid vandalico che ne ha lasciato le vetrine imbrattate di vernice nera: due scritte, una che invocava una Palestina libera, l’altra che attacca direttamente la catena («i soldi dei sionisti non sono i benvenuti»).
La società è in effetti al centro di uno scontro “interno” sul tema del conflitto israelo-palestinese: finita al centro di una campagna di boicottaggio da marzo, a causa del suo presunto supporto a Tel Aviv, ha prima visto un’associazione di lavoratori - la Starbucks workers united - schierarsi apertamente a favore dei palestinesi “per una Gaza libera”; i vertici societari hanno prima preso le distanze dal gruppo e dalle sue dichiarazioni, poi sposato una linea in cui chiedevano che “cessassero le ostilità e le morti per entrambe le parti”.
Per quanto riguarda il punto vendita veneziano, comunque, le scritte apparse nottetempo non sono ancora state ricollegate a una realtà specifica, ma sul caso è probabile che decida di approfondire la Digos - competente in materia: l’area in cui sorge la caffetteria, nel cuore del centro storico, è sorvegliata da decine di telecamere, pubbliche e private, e non dovrebbe quindi essere difficile ricavare un filmato di video sorveglianza che ritragga gli autori del gesto e che ne ricostruisca i percorsi prima e dopo l’atto vandalico.