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Conferenza spaziale di Milano: serre orbitanti, tute innovative, rover riciclabili

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A Milano si sta svolgendo la Iac2024 (14-18 ottobre), la più importante conferenza sulle tecnologie spaziali del mondo. La prossima, nel 2026, sarà ad Antalya, in Turchia. Nei padiglioni del centro congressi Mico, nella Milano di Citylife, si stanno ritrovando decine di migliaia di persone tra operatori, appassionati, studenti, docenti, ricercatori e astronauti. Persino Prada, proprio la casa di moda, durante un evento mediatico ha mostrato la sua nuova tuta spaziale AxEmu (Axiom Extravehicular Mobility Unit) per le escursioni sul suolo lunare, quella che sarà usata dagli astronauti che con la missione Artemis 3 riporteranno l’umanità sulla Luna. “Un momento storico", ha commentato Matt Ondler, presidente di Axiom Space, cioè l’azienda che ha scelto Prada come partner, “è un progetto con l'uomo al centro, chi la indosserà sarà il primo astronauta non americano sulla Luna, un uomo o una donna che si muoveranno in un ambiente molto ostile, alla ricerca dell'acqua nel Polo Sud del nostro satellite, dove è molto freddo. Per questo serve innovazione ad alto tasso ingegneristico”. Lorenzo Bertelli, Chief Marketing Officer del Gruppo Prada, ha dichiarato: “Siamo qui per dimostrare che questo è solo l'inizio, ci sono grandissime opportunità in questo settore; i nostri team specializzati hanno ridefinito lo sviluppo delle tute spaziali per il progetto AxEmu”. Il design dello strato esterno e la ricerca dei materiali sono il frutto di un lavoro congiunto tra le due aziende che hanno deciso di unire creatività e ingegneria per la progettazione delle tute spaziali di nuova generazione. C’è di più: dalla Corea come dall’Australia, a Milano sono stati presentati progetti innovativi per componenti di satelliti, serre spaziali per la coltivazione di verdura fresca, rover per l’esplorazione di corpi celesti e un numero elevatissimo di iniziative compresi voli in simulazione di assenza di gravità e sistemi di simulazione dal realismo impressionante. Su questo giornale avete più volte letto articoli che descrivevano i meccanismi con i quali la finanza investe e supporta il settore spaziale, che mai come oggi attira capitali. Eppure, in completa controtendenza, nella giornata di oggi Airbus Defence and Space, il colosso europeo che a Milano espone tra i grandi player come Leonardo, dichiara che di doversi adattare a un contesto di “business sfidante”, di dover razionalizzazione l'organizzazione per migliorare la competitività futura e per questo lascerà a casa circa 2.500 persone entro la fine del 2026. Nel comunicato si parla di un “contesto di business ancora complesso, in particolare nel segmento Space System, nel quale sono stati registrati considerevoli oneri finanziari nel 2023 e quest’anno.” L’intenzione sarebbe quella di riorganizzare l’intera divisione.

Mike Schoellhorn, Ceo di Airbus Defence and Space, ha dichiarato: “Negli ultimi anni il settore della difesa e dello spazio e, di conseguenza, la nostra divisione, hanno risentito di un contesto di business in rapida evoluzione e molto sfidante, con catene di fornitura interrotte, rapidi cambiamenti nelle operazioni belliche e una crescente pressione sui costi dovuta ai vincoli di bilancio. Sebbene gli sforzi di trasformazione iniziati nel 2023 abbiano iniziato a dare i loro frutti, in particolare per quanto riguarda le prestazioni operative e la gestione del rischio, stiamo ora compiendo i passi successivi, non da ultimo per adattarci a un mercato spaziale sempre più difficile”. Strano, verrebbe da dire, la richiesta di apparati per la Difesa è altissima, inoltre la Francia è il terzo esportatore bellico al mondo, infine la Comunità europea ha investito nei programmi spaziali decine di miliardi di euro negli ultimi 15 anni. Ma Schoellhorn spiega: “Vogliamo plasmare la Divisione affinché possa agire da protagonista e sia competitiva in questo mercato in continua evoluzione. Questo ci impone di diventare più veloci, più snelli e più competitivi. Airbus ha una lunga esperienza nell'agire come datore di lavoro responsabile in situazioni difficili e questa volta non sarà diverso. È chiaro però che dobbiamo adattarci se vogliamo sostenere il nostro settore e guidare l'ecosistema europeo della difesa aerospaziale”.Nell’essere più veloci il manager allude senza dubbio alla competizione con società private come SpaceX, che proprio nello scorso fine settimana ha raggiunto un traguardo tecnico molto ambito, ovvero il recupero automatico del razzo Starship che ha effettuato un perfetto “docking” riposizionandosi su una rampa meccanizzata appositamente predisposta. Proprio la rapidità e la capacità di risparmiare denaro con la quale agisce SpaceX rispetto a colossi aerospaziali come Nasa, Boeing e Airbus, impone una riflessione e un cambio di passo. Probabilmente le persone in uscita a causa della riorganizzazione saranno quelle vicine al pensionamento, tuttavia in ambito aerospaziale, la formazione delle nuove generazioni impone tempo, a meno di non ripetere tutti gli errori, e subire gli insuccessi che anche l’azienda di Elon Musk ha comunque collezionato. Con una certezza: la fase finale della trasformazione del settore, sempre meno controllato dai governi, alla situazione di libero mercato è in fase avanzata e indietro non si potrà tornare.