Digitale, al via “ComoLake2024”, il mega evento (privato) promosso dal governo ma pagato dalle aziende che prendono il Pnrr
I fondi per la trasformazione digitale del Paese al mega evento (privato) promosso dal governo. Si apre oggi la “ComoLake2024 – The Great Challenge”, la seconda conferenza di settore promossa dal Dipartimento per l’innovazione digitale del sottosegretario Alessio Butti: fino al 18 ottobre al centro congressi di Villa Erba di Cernobbio prendono posto tutte le big-tech del comparto e mezzo governo, dal sottosegretario Alfredo Mantovano a una vera e proprio staffetta di ministri (Bernini, Crosetto, Schillaci, Calderone, Zangrillo e Abodi).
Con 160 speaker provenienti da 14 Paesi e 28 gruppi di lavoro la portata è fuori discussione, ma interessante il meccanismo di finanziamento che si è messo in moto dietro questa poderosa iniziativa che ha raccolto oltre due milioni di sponsorizzazioni da oltre 80 aziende tra le quali spiccano anche società pubbliche. La formula della convention digitale è analoga a quella del convegno di giugno all’Aifa soppresso quando si è scoperto che a sponsorizzare l’evento di chi autorizza i farmaci era chi li produce. Ma le tariffe “a pacchetto” sono tre volte più alte: da 15mila a 60mila euro per avere il proprio presidente o ad sul palco centrale, più i costi per l’allestimento stand, che si aggirano sui 20 mila euro.
L’organizzatore è Micromegas Comunicazione Srl, società di servizi per eventi di Roma e il suo presidente Erminio Fragassa martedì l’ha presentato così a Palazzo Grazioli: “ComoLake24 è stato promosso dal Dipartimento per l’innovazione che ha una grande propulsione nella figura del sottosegretario Butti”, che per altro gioca “in casa” perché è di Como, dove ha pure il suo collegio elettorale. Ma non è questo il punto.
In virtù della sua delega, Butti è l’uomo del Pnrr nell’ambito innovazione tecnologica. “Si tratta di un evento privato organizzato da una società privata, perciò non sono state utilizzate risorse pubbliche per l’organizzazione dell’evento cui partecipiamo con uno stand e brevi interventi” dicono dal Dipartimento. E pazienza se c’è mezzo governo e tra gli sponsor ci sono big del settore che han ricevuto fior di contributi pubblici coi quali sponsorizzano la vetrina promossa dallo stesso Dipartimento.
A onor del vero, tra gli sponsor figurano anche aziende pubbliche come “official partner”, tra cui Enel controllata dal Mef che che versa 60mila euro più Iva per avere un intervento dal palco centrale, poi “premium partner” come Poste Italiane e Fincantieri con oboli da 30mila oltre Iva e poi a scendere il Poligrafico dello Stato che acquista la sua partecipazione e un francobollo come “partner ufficiale” per 20mila euro o la stessa Agenzia per Italia digitale, che dipende sempre dal governo, che ne “investe” 18mila.
A quanto risulta al Fatto, alcune società sarebbero state invitate a versare l’obolo al “massimo costo possibile”, suggerendo anche di convertire parte di quei fondi a copertura della spesa di partecipazione, in pratica a scomputo. Da Chigi smentiscono: “Non ci sono state mai rivolte domande su questo punto né sono state date indicazioni in merito all’utilizzo di Fondi PNRR”. E rimandano all’organizzatore, come se il tema di un uso “circolare” delle risorse destinate all’innovazione digitale del Paese a beneficio della vetrina di Butti non li riguardasse minimamente.
Ma a fungere da raccordo è Raffaele Barberio, giornalista molto influente nel campo delle tlc e del digital, fondatore e fino a marzo direttore di Key4biz, quotidiano online sull’economia digitale che della ComoLake è uno dei media partner. Nell’invito rivolto ai giornalisti viene indicato come “Presidente della Barberio&Partners Srl”, ma in realtà è molto di più: il suo profilo Linkedin rivendica di essere “co-fondatore e direttore” dell’evento, nei flyer promozionali “responsabile dell’agenda e dei rapporti con gli speaker”. Perché tanta modestia?
Dal 26 febbraio 2023 Barberio è “consigliere esperto” del sottosegretario Butti con un compenso di 80mila euro l’anno. Il giorno prima di assumere l’incarico firmava la dichiarazione di insussistenza di cause di incompatibilità e conflitto di interessi potenziale. “Il dott. Barberio è titolare di un incarico in qualità di esperto e quindi di libero professionista”. Liberi tutti, insomma. E che l’economia digitale sia “circolare”.
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