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Per i milioni di euro di danni catastrofali la soluzione migliore viene dalle coperture assicurative

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Il Ministro per la protezione civile e per le politiche del mare, Nello Musumeci nel corso della recente Conferenza internazionale a lato del G7 a presidenza italiana: “Disaster risk financing the role of insurrance for new public-private partnership” organizzata a Roma dall’ANIA ha dichiarato: “E’ finito il tempo in cui lo Stato poteva intervenire ed erogare risorse per tutti e per sempre. La prevenzione non può essere solo a carico delle istituzioni, ma di ciascun cittadino che deve essere consapevole e adeguare ogni iniziativa per ridurre l’esposizione del rischio propria e dei propri beni”, assicurando che: “prima o poi arriveranno all’obbligo di sottoscrivere una polizza contro i rischi naturali”.

In effetti il ministro non ha fatto altro che osservare la realtà, che è quella che è sotto gli occhi di tutti proprio in questi giorni, con l’Emilia-Romagna costretta, nuovamente a contare i danni per l’ultima ondata di pioggia, che ha portato allo straripamento diversi fiumi con migliaia di sfollati.

Del resto il ministro ha ribadito quello che aveva già dichiarato lo scorso luglio in occasione del decreto legge su ricostruzione-post calamità e grandi eventi: “Presto, con una gradualità improntata alla responsabilità – annunciò – vedremo come coinvolgere anche le famiglie e i privati, nella consapevolezza che un bene essenziale come la casa va protetto e dunque va coperto da polizza assicurativa, perché lo Stato non ha più soldi per tutti e per sempre”. Ci allineiamo in questo modo ad altri paesi europei che certamente non provvedono a reintegrare al 100% persino i beni mobili delle popolazioni che purtroppo restano colpite da eventi calamitosi”.

Ad esempio in Francia vige un sistema semi obbligatorio per la copertura dei rischi legati alle calamità introdotto per legge nel 1982. Anche in Spagna esiste un sistema semi obbligatorio. La garanzia opera come estensione automatica delle garanzie su persone e beni concesse dall’industria assicurativa e si attiva se non è già presente nel contratto – base. L’assicurazione del rischio di alluvioni nel Regno Unito è invece volontaria. Lo schema assicurativo a lungo termine “Flood Re” è il risultato di un accordo tra governo e compagnie di assicurazione operativo dal 2016. Esso copre gli immobili costruiti prima del 2009 destinati ad utilizzi esclusivamente abitativi, posti in zone a rischio alluvionale molto elevato.

Non si comprendono perciò le perplessità di chi trova non solo problematico, ma addirittura negativa questa prospettiva, considerando il costo della polizza anti catastrofi un’ulteriore peso contributivo per imprese e qualora venisse allargata ai privati per le singole abitazioni, anche per le famiglie, come aveva auspicato la stessa Presidente Farina: “Auspichiamo, perciò, che il raggio di azione della copertura sia rapidamente ampliato alla proprietà immobiliare privata, anche con l’ausilio – almeno in avvio – di incentivi di tipo fiscale”. Come se tutti i costi degli indennizzi derivati dalle catastrofi naturali non finissero poi per gravare su tutti i contribuenti, tramite la fiscalità generale.

Eppure dal 2010 al 2023 la spesa per i danni da dissesto idrogeologico ha toccato i 46 miliardi, raggiungendo i 3,3 miliardi di euro in media all’anno. E’ questo il costo delle emergenze che hanno colpito l’Italia da Nord a Sud: la cifra è legata alla stima dei danni ed ai finanziamenti previsti per farne fronte in base ai dati dell’ultimo rapporto ANCE-CRESME sullo stato di rischio nel territorio italiano. E solo nel 2023 le alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana e il maltempo di luglio in Lombardia e Veneto hanno causato danni assicurati per circa quattro miliardi (secondo stime del settore assicurativo).

Alla luce di questo scenario devastante volendo accelerare i tempi, il Ministro per il Made in Italy e quello dell’Economia hanno convocato le categorie dell’industria, del commercio e delle rappresentanze delle assicurazioni e delle banche coinvolte ed interessate, al fine di far decollare le polizze assicurative contro le catastrofi naturali (terremoti, frane, allagamenti ed alluvioni ecc. ecc.) perché finalmente il governo, questo governo, non vuole mettere la testa sotto la sabbia e vuole veramente affrontare e tentare di risolvere i problemi concreti degli italiani. E vuole muoversi nella logica dell’alleanza tra pubblico e privato.

 

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