WTA Wuhan: Sabalenka rimonta Gauff in un match folle, andrà a caccia del 4°titolo 1000
[1] A. Sabalenka b. [4] C. Gauff 1-6 6-4 6-4
Prosegue l’imbattibilità di Aryna Sabalenka al WTA 1000 di Wuhan: sono 16 vittorie consecutive da quando fece il suo debutto assoluto sei anni fa. In tre edizioni, ha vinto due titoli (2018 e 2019) battendo in finale sempre Ash Barty ed ora alla sua terza partecipazione sarà ancora una volta presente nell’ultimo atto del torneo.
La bielorussa ha infatti superato in rimonta, al termine di un match completamente folle per andamento, sviluppo tattico e svolte inattese, Coco Gauff per 1-6 6-4 6-4 in 2h30‘ di match. Si affrontavano per l’ottava volta in carriera, nell’ultimo incrocio a trionfare era stata la nativa di Minsk nella semifinale dell’Australian Open 2024.
Dopo un primo set dominato dalla ventenne di Atlanta con un dritto ed un servizio completamente trasformati, in seguito al cambio di guida tecnica – con tanto di modifiche a livello di impugnature già ampiamente assorbite, almeno così appariva -, che le hanno consentito di mettere in campo un piano tattico molto offensivo in grado di togliere l’iniziativa alla n.°2 WTA; ecco il crollo in battuta che non ti aspetti a spianare la strada per Aryna verso la settima finale stagionale.
21 saranno addirittura i doppi falli statunitensi a fine match: Cori è passata dal 50% di resa con la seconda di servizio nella prima frazione, a vincere a malapena 6 punti sulle successive 36 seconde.
Per quanto poi, in particolare nel set finale, Sabalenka abbia provato ad auto-sabotarsi alla fine è stata comunque di portare a a casa l’incontro. Quella a Wuhan sarà la settima finale in un WTA 1000, la quarta della stagione (sconfitta a Madrid e Roma), per la tre volte campionessa Slam: cercherà il quarto sigillo, il secondo del 2024 dopo Cincinnati. Più in generale, il quarto titolo dell’anno dopo Melbourne, il ‘Mille’ dell’Ohio e Flushing Meadows. La classe 2004, pur non avendo raggiunto la seconda finale consecutiva dopo il trionfo di Pechino, può comunque consolarsi con il ritorno in Top Three: da lunedì infatti, ritornerà n.°3 del ranking scavalcando Pegula.
Primo Set: una nuova Coco domina con imperturbabile calma, irretita e spaesata Sabalenka
Gauff vince il sorteggio e decide di servire.
Coco mette appena 3 prime su 6 punti complessivi, inciampando subito anche nel primo doppio fallo della partita. Sotto 15-30, inizia però un altro canovaccio dentro lo stesso match. Finalmente rivediamo una Cori, dando continuità al trionfo di Pechino, che non vedevamo da tempo in memore. Una tennista in grado di performare al meglio con quelli che sono sempre stati i suoi talloni d’Achille: il dritto va, funziona. E’ potente e pieno di spin, non più soltanto un’esecuzione con cui limitarsi a manovrare per poi trovare l’affondo decisivo dal lato sinistro. Inoltre è incisivo anche a livello di profondità: il ché provoca irrimediabilmente in Aryna frenesia, confusione e irrequietezza.
La bielorussa va totalmente in confusione, destabilizzata dalla gittata negli ultimissimi centimetri di campo dei colpi dell’americana. E se ci mettiamo che già intrinsecamente il tennis dell’ex allieva di Gilbert, con un grado di rotazione decisamente elevato, ha un margine di sicurezza molto più corposo: il resto viene quasi naturalmente.
Gioco forza, infatti, lo scambio più va per le lunghe e maggiormente viene premiata la statunitense: sicuramente in possesso di doti atletiche – anche per via della differente struttura fisica – di assoluta efficacia. Sabalenka tenta di fare il suo gioco, spingendo a tutto gas per cercare di chiudere il punto con le prime 2/3 accelerazioni ma la nuova versione della ventenne di Atlanta, trasformata completamente dopo l’estate sul cemento natio, non le concede mai il tempo necessario per esprimersi come vorrebbe. Ritrovandosi sempre la palla nelle stringhe, deve colpire con il peso del corpo all’indietro: senza però rinunciare alla possibilità di accelerare, inevitabilmente gli errori aumentano a dismisura.
Ma ciò che colpisce in maniera emblematica, è il nuovo dritto della classe 2004: schemi che prima neppure avrebbe sognato, adesso sono solida realtà. Palla profonda e poi strettino micidiale in corsa, il classico cross che ricade in un angolo strettissimo. Non è più solo la Gauff, straordinaria agonista con qualità aerobiche fuori dal comune: ora è una giocatrice capace di spingere in anticipo determinando lei l’esito dello scambio, non più ridursi unicamente ad allungare il palleggio per stanare la metà campo rivale.
Capitolo servizio, forse non premeva così il piede sull’acceleratore della prima di servizio dai tempi in cui in fasce schiantò Venus Williams a Wimbledon. Con il tempo si era incartata, facendo sì che la battuta diventasse un mero colpo d’inizio gioco.
Una Cori così offensiva Sabalenka non poteva immaginarla, e l’espressione della nativa di Minsk parla chiaro in tal senso. Aryna in preda ad uno stato d’animo di instabilità emotiva, si dimentica di spingere la prima e appoggiandola diventa tutto fin troppo semplice per la prossima numero 3 del mondo, la quale al contrario è impermeabile in battuta.
Il risultato di questo sviluppo è un non match: 6-1 in appena 28 minuti.
Secondo Set: Gauff crolla al servizio, vittima di vecchi fantasmi. Aryna ringrazia
Lo sguardo delle due protagoniste è la perfetta concentrazione di ciò che la sfida ha detto finora: da una parte perenne controllo di quello che accade e dei propri battiti con una sicurezza disarmante che lacera – dall’altro – la corazza bielorussa ingigantendo la rigidità di Aryna, sempre più bloccata.
Fa poi impressione il rendimento diametralmente opposto nell’abilità di leggere la battuta avversaria. All’interno però di ogni partita, anche di quelle a senso unico, è sempre disseminata una mollichina di Pollicino che se raccolta con il giusto tempismo e la corretta determinazione, può rimettere in carreggiata chi fin lì è stato preso a pallate. E la tre volte campionessa Slam sembrerebbe aver colto con sapienza tale opportunità, riassunta nella smorzata di rovescio vincente che segue il primo vero diritto difensivo di Gauff nel match, che porta al contro-break immediato in apertura di secondo set (1-1).
Ma Cori, dinanzi al primo – piccolo – momento negativo della sua partita ruggisce copiosamente: si riprende il vantaggio, continuando a sotterrare Aryna a suon di vincenti. Ed è proprio questo che rende ancora più spaesata la n.°2 WTA; il fatto che oggi l’americana la stia battendo sul suo terreno: la potenza di propulsione.
La seconda frazione vede un andamento di pura illogicità: cinque break in altrettanti games nel set. Dopodiché, ci si ferma per una decina di minuti a causa di uno scroscio di pioggia. Se poi vogliamo proprio per scovare un cavillo nella prestazione fin qui magistrale della statunitense: questi è il doppio fallo, o meglio i doppi falli. Di tanto in tanto difatti ritornano vecchi fantasmi, quando la vincitrice junior del Roland Garros 2018 smarrisce un po’ di ritmica e fluidità nel movimento al servizio Cori si sofferma mentalmente in modo eccessivo su questo fondamentale divenendo preda della tensione: così, ad esempio si spiegano i 3 doppi falli che nel quarto gioco spianano la strada alla Tigre di Minsk verso il 2-2.
Rispetto a mezz’ora fa, cosa è cambiato dal punto di vista della coordinazione tecnica? La ragazza della Georgia non riesce più a distendere il braccio completamente, inoltre non chiude come dovrebbe il movimento con il polso. Ha poi chiuso troppo internamente le spalle, non riuscendo più a distendersi in alto anche a causa della poca spinta delle gambe, della bassa velocità di esecuzione e del lancio di palla altrettanto eccessivamente basso.
Complessivamente sono 9 i doppi falli nel match sinora, 6 solamente nel secondo e sulla doppia cifra che arriva nel secondo punto dell’ottavo game, per la prima volta Gauff ha un gesto di stizza modificando l’espressione granitica mostrata fin lì. Ciononostante, era stata l’americana la prima a riuscire nel “miracolo” di conservare immacolato un turno di servizio, salendo sul 4-2. Ma l’ennesimo riaggancio è rimandato solamente di qualche minuto: Coco inspiegabilmente, dopo l’autorità dimostrata nel primo parziale, è ritornata al passato. Perde tutta ad un tratto, quella scioltezza che aveva caratterizzato l’unico fondamentale che dipenda da se stessi: un altro turno di servizio con 2 doppi falli, siamo a quota 11, il 4-4 è servito.
Il finale di set la conseguenza psicologica del crollo prestazionale della battuta States: Sabalenka cancella una palla break nel nono gioco, Gauff commette il dodicesimo doppio fallo e con un rovescio schiantato in rete concede il 6-4 in 57 minuti per il pareggio bielorusso.
I numeri al servizio scandiscono l’attitudine e la direzione che la sfida ha assunto nelle varie fasi: se nel primo set Coco aveva vinto l’86% dei punti con la prima, in campo nel 58% – dato decisivo per mettere in azione il piano partita impostato su approccio iper offensivo – delle volte, tenendo benissimo anche con la seconda (50%); nella ripresa è scesa al 71% di punti portati a casa con la prima, trovata solo nel 44% dei casi, ma soprattutto è franata con la seconda: 11%, appena 2 punti su 18, conditi dai 9 doppi falli che sono il valore che ha inspessito la crisi identitaria di Coco.
Terzo Set: Gauff continua a fare valanghe di doppi falli, Sabalenka prova ad auto-sabotarsi ma alla fine la spunta
Le ingenti problematiche patite dal servizio a stelle e strisce si ripercuotono sul resto del gioco che fin lì si era rivelato ai limiti della perfezione: giocando infatti più corto Coco rialimenta il vigore di Sabalenka, che torna così a macinare vincenti come sa e dominare quella diagonale destra che sorprendentemente nella prima parte della sfida – soprattutto per meriti avversari – l’aveva vista soccombere.
Nel set decisivo Aryna scappa sul 3-0 “leggero”, a posteriori per dirimere la vicenda rappresenta l’ultima ancora di salvezza non sfruttata a dovere da Gauff: game fiume da cui ne esce vincente la bielorussa dopo 20 punti totali e 3 tre break point frantumati.
L’ultimo spiraglio di qualità tennistica dell’incontro: successivamente è sprofondo rosso per Coco, annegata nei suoi blocchi mentali. Appena non mette la prima, il suo disagio interiore si manifesta compiutamente: sono 20 doppi falli, la cifra di andatura negativa della propria prestazione. Nel quarto gioco, Gauff in qualche modo riesce comunque a togliere la casella 0 pur avendo dovuto annullare 3 chances per il 4-0: non teneva un turno di servizio dal quinto gioco del secondo set, dopodiché 5 break subiti nei successivi 6 turni. Da qui alla conclusione della sfida, la partita è abbastanza dimenticabile: poiché anche Aryna si concede in alcune scelte completamente insensate, per sua fortuna l’altra è sotto un treno e non è in grado di cogliere il 15-40 maturato nel quinto game (4-1).
Ma come abbiamo già sottolineato più volte, il match è sostanzialmente girato per demeriti di Gauff. Sabalenka, dal canto suo, per quanto adesso possa colpire con appoggi stabili e sia cresciuta sensibilmente in battuta dopo il primo set; non ha mai trovato una chiarezza tattica. Nella follia di un terzo set altamente irregolare, Aryna si dispiace per la rivale e allora decide di fornirle un salvagente: si riapre così ogni discorso, siamo 4-4. L’acuto finale, a 10 metri dell’arrivo, è però ad opera della 26enne bielorussa: tra le due, quella meno in balia degli eventi e con un stato di confusione emotiva leggermente inferiore. Al secondo match point, cosa se non il 21esimo doppio fallo di Coco poteva apporre il punto esclamativo.