Autovelox per fare cassa, i sospetti sui Comuni “furbetti” arrivano in Procura: aperta un’indagine a Padova
I Comuni hanno usato gli autovelox per fare cassa? A chiederselo ora sono anche i magistrati, almeno quelli di Padova. La Procura cittadina infatti ha aperto un’inchiesta dopo le denunce dell’associazione Altvelox, che ha sede a Belluno. Al centro dell’indagine, che è la prima nel suo genere e ipotizza il reato di falso ideologico, ci sono in particolare nove rilevatori di velocità installati tra il capoluogo e alcuni Comuni della provincia. I magistrati dovranno accertare prima di tutto se gli apparecchi fossero omologati secondo le disposizioni ministeriali e poi se la loro installazione avesse l’obiettivo di prevenire incidenti o se, come sospettano le associazioni di automobilisti, avesse il solo scopo di portare soldi facili nelle casse comunali.
L’inchiesta della Procura di Padova sugli autovelox
Secondo quanto riferito dai quotidiani locali, la sezione di Polizia giudiziaria avrebbe già iniziato gli accertamenti, acquisendo le documentazioni relative ai vari iter amministrativi, principalmente nei comandi delle Polizie locali. Oltre a Padova, sono interessati dall’indagine i Comuni di Cittadella, Fontaniva, Galliera Veneta, Carmignano di Brenta, Villa del Conte, Camposampiero e Piove di Sacco.
Il record italiano di rilevatori e multe
Già alcuni Giudici di pace hanno accolto ricorsi di automobilisti e annullato delle multe in base alla mancanza di omologazione dei rilevatori di velocità. Lo scorso aprile la Cassazione aveva chiarito che approvazione e omologazione degli autovelox non sono la stessa cosa e che solo la seconda garantisce la precisione dei dispositivi e, dunque, la legittimità degli accertamenti. A gennaio un report del Codacons aveva rivelato che l’Italia, con oltre 11mila apparecchi installati, aveva il record europeo di autovelox e che nel 2022 i proventi delle 20 principali città italiane, grazie alle sanzioni elevate in questo modo, erano stati pari a 75.891.968 euro, con una crescita del 61,7% rispetto ai 46.921.290 euro dell’anno prima. L’associazione dei consumatori nel tempo si è fatta anche promotrice di esposti sul tema.
Quel cambio delle regole voluto dal governo per ristabilire “il buon senso”
La questione degli autovelox “furbetti” è stata anche al centro di un deciso intervento normativo da parte del governo, fortemente voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. A maggio, infatti, è entrata in vigore la nuova disciplina volta a mettere fine ai possibili abusi dello strumento, utilizzato come una sorta di “bancomat” a danno dei cittadini, e a riportarlo nel perimetro corretto del dispositivo per la sicurezza. Una scelta che Salvini saluto come una vittoria del buon senso e che fu accolta positivamente anche dalle associazioni impegnate per la sicurezza stradale, che – spiegarono – si sarebbe certamente giovata di un’installazione più accorta degli autovelox.
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