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Addio a Pietrina Verona, ultracentenaria grafologa e consulente aziendale

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Grafologa, consulente aziendale nel settore amministrativo e contabile, esperta di Counseling, mamma e moglie. Pietrina Verona, classe 1922, originaria di Carrara e “adottata” dal Friuli sin da quando aveva diciannove anni, è morta domenica scorsa all’età di ben 102 anni.

Un vita lunghissima la sua, che si è snodata tra famiglia e lavoro, come racconta la figlia Maria Gabriella Ravasio: «Dopo la maturità, la mamma si è trasferita in Friuli insieme a sua sorella Paoletta. Loro due, in quell’anno, era il 1941, erano state le uniche donne di Carrara a diplomarsi in ragioneria perchè c’era il convincimento che quella del ragioniere fosse una professione maschile. Entrambi andarono a lavorare negli uffici amministrativi della miniera di Cave del Predil.

Mentre Paoletta dopo un po’ decise di rientrare a Carrara, Pietrina decise di restare a Cave e divenne capo dell’ufficio. Successivamente, all’incirca a metà degli anni Cinquanta, si trasferì a Udine, dove cominciò a lavorare come consulente aziendale e dove si formò una famiglia. Dopo anni da libera professionista, Pietrina ha aperto uno studio in via Caneva, un’attività che ha poi lasciato a noi figli, a me, a mio fratello Giuliano e a mia sorella Francesca».

Pietrina Verona, successivamente, decise di iscriversi al corso di Grafologia dell’università di Urbino. «Mi madre – riferisce ancora la figlia –, non solo diventò un’ottima grafologa, ma fondò anche la sezione friulana dell’Associazione italiana di grafologia, ente che ha sempre cercato di sostenere in ogni modo». Tanto che i responsabili del sodalizio le hanno dedicato queste parole: «Era una nostra socia onoraria, figura di enorme spessore umano e professionale. Esprimiamo dunque tutta la nostra riconoscenza a chi ha servito Agi per tanti anni con competenza e rigore». Diverse persone che si sono avvicinate alla grafologia grazie a lei – che ha insegnato questa materia per oltre vent’anni all’Ute, l’Università della terza età – sono poi diventati professionisti del settore.

“Dentro questo corpo che invecchia c’è un cuore ancora così curioso, così affamato, ancora pieno di desiderio come lo era in gioventù”. «Questa citazione, tratta da un’opera del grande filosofo e scrittore Albert Camus – ricorda Maria Gabriella –, descrive al meglio lo spirito di mia mamma che è rimasta lucida e sana fino all’ultimo giorno. E a 75 anni suonati aveva voluto imparare a usare il computer dicendo che, oggi giorno, se una persona non lo sa utilizzare è come se fosse, in un certo qual modo, analfabeta.

Infine, dopo gli 80 e fino agli 83 anni ha frequentato una prestigiosa scuola di Counseling e ha imparato quindi a svolgere precise attività volte a orientare e sostenere le potenzialità di persone momentaneamente in difficoltà. Infine, amava leggere testi di Neurofisiologia, per anni, ha fatto parte del Collegio sindacale del gruppo Danieli e, non molto tempo fa, era riuscita ancora a stupirmi quando l’avevo trovata impegnata in una conversazione su Skype con altre sue colleghe grafologhe. Insomma, come sa chi l’ha conosciuta, era una donna forte e grintosa e, allo stesso tempo, racchiudeva in sé una grande sensibilità. E poi adorava i suoi nipoti. Quando si sono laureati, per esempio, pur non sentendosi di raggiungere le città universitarie, ha chiesto e ottenuto di assistere alla discussione della tesi in streaming. In ultimo – conclude – voglio dire che ha saputo invecchiare con dolcezza, anche se non sono mancate le difficoltà. Starle accanto è stato un privilegio».