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Si spaccia per manager di Amazon: «Prima incassa i soldi, poi sparisce»

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A leggere il capo d’imputazione sembra di vedere una scena di Totòtruffa dove il mitico Antonio diceva «Io cento ne faccio e una ne penso». Come Fabrizio Alfonso Russo, 47enne napoletano di Pompei trapiantato nella lombarda Seregno, anche se di casa nell’Alta Padovana, che cento ne pensa e quei copioni li replica “n” volte spaziando nei più vari ambiti, dal campo turistico a quello tecnologico: sei le truffe aggravate che gli contesta il pm Roberto D’Angelo nell’avviso di conclusione dell’indagine, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio.

Un nuovo guaio con la giustizia per un uomo bollato come truffatore seriale, finito al centro di diversi programmi televisivi che hanno dato voce alle vittime, tra cui i titolari di alberghi (sarebbero centinaia) dove il campano ha soggiornato defilandosi prima di pagare il conto, tanto da farsi la fama dello “scroccone degli hotel di lusso”.

Torniamo all’ultimo inciampo giudiziario. Tra il febbraio e il settembre 2023 Russo avrebbe raggirato sei conoscenti spacciandosi come manager responsabile degli acquisti per Amazon Italia. Facile conquistare la fiducia degli interlocutori ai quali avrebbe proposto l’acquisto di prodotti tecnologici a «prezzi convenientissimi».

Del resto come non credergli: Russo si era anche preoccupato di inviare a ciascuno di loro, tramite sms, un codice otp assegnato a ogni presunto ordine Amazon, quel codice numerico utilizzabile per un tempo limitato a garanzia dell’utente. In realtà Amazon non c’entrava proprio nulla. E non c’era nessun ordine, bensì un conto collegato all’Iban di Russo dove i clienti hanno eseguito dei bonifici per un totale di 8398 euro. Soldi mai più restituiti.

Già, perché i prodotti acquistati non sono mai arrivati a destinazione: un Iphone per P.C. di Cittadella che ha sborsato 495 euro; cinque Iphone 14 Pro per F.L. di Padova (3950 euro); tre Iphone 14 per C.B. di Padova (600 euro); due Iphone 14 per P.C. e il suo compagno G.D.P. di Padova (1190 euro); una play station 5 per M.A. di Soave nel Veronese (200 euro); alcuni Iphone 14 (prezzo pagato 2000 euro) per M.T. di Padova, impiegata in una filiale di banca a Padova, in via Venezia, dove il 47enne aveva aperto un conto corrente.

Per quest’ultimo episodio con Russo è chiamata a rispondere anche la compagna Jennifer Bonadio, 22enne di Bolzano, intestataria dell’Iban in cui sono confluiti i duemila euro. Ai clienti non è rimasto che presentare una denuncia. Ma Fabrizio Alfonso Russo, alle spalle numerosi precedenti penali e di polizia per reati analoghi, non è uomo da disperarsi.

Nell’aprile scorso di fronte alle accuse pubblicate da molti giornali sulle sue vicende giudiziarie, ai microfoni di un noto programma Rai, aveva replicato: «Non mi ritengo un furbetto... Ho commesso più una leggerezza. La furberia è fatta con cattiveria, la leggerezza è fatta in buona fede». Tanti gli alberghi dove Russo ha dormito e mangiato senza mai pagare dal Trentino Alto Adige al lago di Como. Qui, lo scorso luglio, era stato riconosciuto dal proprietario che aveva allertato le forze dell’ordine: dal questore Marco Calì è arrivato un foglio di via obbligatorio della durata di tre anni.