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Октябрь
2024

Stramaccioni: «Per Spalletti con Israele è una partita chiave, giocarla a Udine è segno del destino»

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«Il Belgio nasconde delle insidie, ma la Nazionale è forte e a Udine potrà giocarsi la partita per la sua rinascita, proprio nella città che è stata la tappa chiave che ha vaticinato la carriera del ct Spalletti e che adesso vive l’entusiasmo per l’Udinese, la sorpresa del campionato». Non fa il regista Andrea Stramaccioni, ma gli basta una presentazione in grande stile per proiettare una trilogia calcistica ricca di spunti e sentimenti anche per i tifosi della Zebretta, in attesa della sfida della Nazionale di lunedì 14 ottobre con Israele ai Rizzi, e della ripresa di un campionato fin qui ricco di soddisfazioni.

Stramaccioni, il pass in Nations League può arrivare con Belgio e Israele, segno che la Nazionale è ripartita dopo il ko europeo...

«È stata la miglior ripartenza possibile, supportata da un idea tecnica chiara e definita che ha prodotto la bella vittoria contro la Francia. Difesa a 3, mentalità da squadra e principi di gioco calzati su misura per i convocati sono state le chiavi di Spalletti, a cui credevo prima, e adesso credo ancora di più».

Perché?

«In relazione ai valori tecnici e al parco giocatori attuale, Spalletti è l’allenatore ideale. Il nostro ct non ha giocatori che vincono le partite da soli, ma ha un gruppo di giocatori che possono battere chiunque».

A proposito, Belgio e Israele di che pasta sono fatte?

«Il Belgio è una squadra di qualità che sta cambiando pelle generazionale. Israele è piena di giovani interessanti, frutto di una politica di investimento nelle “academies” locali».

Ai giovani ha guardato anche Spalletti che ha convocato Maldini, Pisilli, Gabbia e il bianconero Lucca...

«Lo aveva detto che avrebbe rigenerato la Nazionale partendo da alcune certezze e dalla nuova generazione emergente. Maldini, Pisilli e ci aggiungo anche Lucca e Gabbia, sono espressione del rendimento di questi ragazzi nei loro club che hanno convinto Spalletti a convocarli».

Per l’Udinese sarà un onore avere Lorenzo Lucca a rappresentarla al Friuli.

«Lucca mi piace e continua a crescere. Molti alle volte ne sottolineano la poca finezza tecnica, ma io vado controcorrente e dico che lo vedo migliorare di partita in partita. Ha fame e fa gol».

Per lei, invece, che emozione sarà tornare a Udine da commentatore della Nazionale?

«Sono davvero felice di tornare per motivi personali e per il legame che ho con questa splendida terra, ma trovo anche un piccolo segno del destino che l’Italia giochi una partita potenzialmente chiave per la sua rinascita proprio nella città che ha vaticinato la carriera di Spalletti».

Eccoci all’Udinese, arrivata alla seconda sosta terza e in bella compagnia...

«Giù il cappello di fronte alla sorpresa del campionato, a questa Udinese e al lavoro di Gino e della famiglia Pozzo. Credo che la scorsa salvezza, una delle più sofferte di sempre, abbia fatto alzare l’asticella. Oggi Udine ha una squadra forte, solida, compatta e ben allenata. Raggiunta la salvezza l’Udinese saprà restare concentrata e pensare in grande».

Sorpreso quindi da Kosta Runjaic?

«Gino Pozzo su queste cose è un numero 1 in assoluto. Lo ha scovato, lo ha studiato e seguito, e una volta faccia a faccia con lui ha deciso che fosse la persona giusta. Poi, ovviamente, c’è l’adattamento alla nostra realtà e quella è la verifica di tutto al netto delle qualità di allenatore. Al mister vanno fatti solo i complimenti. Il nostro campionato non è facile e approcciare cosi la Serie A è stato incredibile. Mi piace la sua moderazione, la squadra va in campo conscia dei suoi mezzi e si vede.

Ampliando l’orizzonte, un’altra sua ex squadra, l’Inter è andata alla sosta da capolista, ma subendo troppi gol...

«Vero, ma tranne il secondo tempo nel derby, l’Inter ha sempre dominato concedendo poi gol evitabilissimi. Il livello della prestazione di Manchester, in Champions, ci offre il reale valore dei nerazzurri che restano una delle squadre più forti d’Europa. Per me è ancora la favorita per lo scudetto, anche se la concorrenza è di livello molto più alto».

Juventus e Milan a che punto sono?

«La grande differenza è che Thiago Motta ha totalmente tagliato i ponti col recente passato cambiando modulo e diversi giocatori, instaurando ex novo la sua filosofia. Fonseca, invece, si è trovato strutturalmente a ricostruire il suo Milan sulla base prevalente di quello della passata stagione, con tutte le problematiche che già aveva affrontato Pioli, ma con inserimenti importanti in ogni reparto come Morata, Fofana e Pavlovic».

Conte si è gia preso il Napoli?

«Assolutamente sì, grazie anche al mercato cucito su misura su cui ha investito De Laurentis. Per stile e spessore delle prestazioni sembra avvicinarsi molto alla base spallettiana. Inoltre, per otto undicesimi sono i campioni d’Italia di due anni fa».