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Giornata mondiale della salute mentale, sempre più giovanissimi soffrono di problemi psichici: “Boom di violenza filiale e comportamenti aggressivi contro i genitori”

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Tre milioni di persone in Italia soffrono di problemi psichici e due milioni restano senza cure. Tra questi a farne maggiormente le spese sono i giovani, spesso soli di fronte alle loro ansie, paure e disorientamenti. A lanciare l’allarme, in vista della Giornata Mondiale il 10 ottobre, sono i Dipartimenti di Salute Mentale che chiedono risorse adeguate e un aumento dell’organico specialistico. “In questa situazione d’emergenza, siamo chiamati a rispondere a nuovi bisogni, soprattutto tra i giovanissimi, come i disturbi del comportamento alimentare, i disturbi della personalità e quelli dello spettro autistico, il dilagare delle dipendenze da sostanze e alcol, che sollecitano soluzioni diverse rispetto al passato e più specifiche competenze – afferma Giuseppe Ducci, vicepresidente del Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche della ASL Roma – . Obiettivo irrinunciabile è attuare interventi di prevenzione in tutte le fasce di età, fin dalla gravidanza, con particolare attenzione agli stili di vita e al contesto familiare, e poi con successivi programmi di screening per intercettare precocemente problemi del neuro-sviluppo che, nel 50% dei casi, risalgono già all’età prenatale”.

Una nuova figura professionale per le famiglie?
“Bisogna intervenire intercettando i segnali di malessere dei vari disturbi psichici, prima che diventino troppo gravi – spiega al FattQuotidiano.it il professor David Lazzari, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi -. Agendo almeno in due ambiti, “come la scuola che deve incrementare competenze di tipo psicologico per aiutare i ragazzi a sapersi orientare e gestire in un mondo altamente complesso. L’altro settore riguarda il ruolo dei pediatri e medici di famiglia che si trovano ad affrontare un’alta percentuale di problemi di natura psicologica. Lo psicologo di base, proposta condivisa in Parlamento da tutte le forze politiche ma ancora senza finanziamenti del Governo, servirebbe a rendere possibile un’azione di risposta precoce. Un ruolo cruciale che permetterebbe di affrontare in modo tempestivo quei disagi che oggi rimangono senza un ascolto e si trasformano in problemi più gravi e costosi da affrontare”.

Che cosa mina la salute psichica dei ragazzi
Oggi dobbiamo fare i conti con stili di vita che non aiutano a stare bene nella propria testa. Si tratta di mutamenti delle condizioni di vita che riguardano allo stesso tempo l’ambiente fisico e sociale in cui si muovono le nuove generazioni. “Prima si viveva in categorie in cui gli schemi concettuali erano abbastanza definiti – continua Lazzari – si sapeva cosa era giusto e cosa sbagliato. L’individuo poteva aderire o meno a questi schemi, ma il contesto era abbastanza definito. Oggi siamo nella società ‘fluida’ dove la persona costruisce da sé questi punti di riferimento. Le scelte si sono moltiplicate e con esse anche l’ansia verso una realtà non ben definita. Non solo, la realtà fisica è stata in gran parte sostituita dalla realtà virtuale e ancora non sappiamo dove tutto questo ci potrà portare, ma di sicuro ha reso le cose molto più complicate”.

Segnali di allarme
Di fatto, ci sono dei segnali preoccupanti. Come il moltiplicarsi dei casi di ansia e depressione tra i ragazzi. E sarebbe facile addossare le responsabilità di tutto proprio all’onnipresenza di dispositivi e del sovraccarico di stimoli che trasmettono di continuo alle persone. “Ma le cause sono diverse – tiene a precisare Lazzari -. La nostra identità si costruisce su due ‘gambe’: quella cognitiva e quella emotivo-affettiva. Sicuramente tutto il bombardamento informativo ed emozionale che proviene da dati e immagini degli smartphone fin dall’infanzia non può non avere conseguenze sulla personalità. Soprattutto perché l’identità affettiva si costruisce attraverso un rapporto fisico e diretto con gli altri. In poche parole, oggi i ragazzi riescono a esprimere anche pensieri molto complessi in virtù della possibilità di entrare in contatto con numerosissime informazioni, ma poi si perdono tra le loro emozioni quando affrontano la vita di tutti i giorni”.

Aggressività verso i genitori
Uno spaesamento che può manifestarsi in comportamenti aggressivi e violenti, come alcuni fatti di cronaca sembrano segnalare. “Esiste una violenza filiale, cioè l’aggressività dei figli verso i genitori – aggiunge il professor Claudio Mencacci, copresidente Sinpf (Società italiana di neuropsicofarmacologia) e Direttore emerito di neuroscienze al Fatebenefratelli – Sacco di Milano -. I genitori incontrano grosse difficoltà nell’impartire un’educazione ai figli. Si sentono meno preparati, anche per mancanza di tempo, soprattutto nel far rispettare le regole. Tendono quindi alla fine a essere molto permissivi, a volte anche per evitare conflitti. Tutto questo però porta i ragazzi e le ragazze a sentirsi meno supportati e meno sicuri con la conseguenza che avvertono un forte senso di frustrazione fino a esprimere comportamenti irrispettosi e aggressivi”. C’è da aggiungere anche una più diffusa paura del domani. “Un dato che in passato non si presentava nelle giovani generazioni – sottolinea Lazzari -, i ragazzi erano affamati di futuro. Oggi sono spaventati e lo esprimono chiudendosi dentro di sé – la modalità più diffusa e meno evidente – oppure con gesti eclatanti di violenza verso gli altri o se stessi, con episodi di autolesionismo o purtroppo, tragicamente, anche con il suicidio”.

Ritrovare l’umano
Si parla del pericolo dell’intelligenza artificiale che può interferire in modo invasivo con le nostre vite, ma forse si parla ancora troppo poco del rischio di perdere le nostre peculiarità di essere umani. “La nostra identità è figlia di una storia e un percorso di vita unici e irripetibili – continua Lazzari -. Fin dentro le nostre cellule del nostro corpo ci sono i nostri vissuti e le nostre emozioni che abbiamo sperimentato nel corso della nostra vita. Da questo punto di vista siamo come un cocktail, un impasto che non può essere riprodotto come tale da nessuna macchina. Però dobbiamo esserne coscienti ed evitare di pensare che possiamo vivere imitando un computer immagazzinando informazioni all’infinito. Per contro, abbiamo bisogno di vivere le relazioni, sperimentare le emozioni, di capire il mondo intorno a noi e quali sono i nostri bisogni. I genitori in tutto questo devono di dire ai ragazzi che ci sono, in modo discreto ma concreto, dando loro un concreto sostegno emotivo e valoriale”.
Perché educare i ragazzi “significa anche fare loro sperimentare la fatica, il lavoro e insegnare ad accettare e superare la frustrazione – aggiunge Mencacci -. Ma la famiglia non può restare sola di fronte a questa impresa, deve trovare un’alleanza con le altre istituzioni, scuola e sanità in primis, per fare in modo che questi cambiamenti radicali che si stanno verificando nella nostra epoca, non ci portino a collassare come società”.

L'articolo Giornata mondiale della salute mentale, sempre più giovanissimi soffrono di problemi psichici: “Boom di violenza filiale e comportamenti aggressivi contro i genitori” proviene da Il Fatto Quotidiano.