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Октябрь
2024

Il gattile di Ivea lascia progetto del carcere: «È una pet therapy per detenuti pagata con i soldi del randagismo»

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IVREA. Fa il bene dei detenuti, non quello dei gatti. È questa in sostanza la critica che l’associazione che gestisce il gattile di Ivrea in piazza del Mercato, Eporedia animali onlus, ha mosso al progetto Gatti galeotti, che prevede di instaurare un “punto di raccolta” per 11 gatti nel cortile del penitenziario corso Vercelli. Eporedia animali, inizialmente partner del progetto, ha annunciato la sua intenzione di abbandonarlo. Per tanti motivi, ma anzitutto per questo: «Il progetto “Gatti Galeotti” non riguarda la gestione del randagismo sul territorio, ma l’adozione da parte del carcere di un gruppo di gatti. La dicitura “punto di raccolta” non ha un significato pragmatico, non esistono punti di raccolta dei felini, ci sembra possa essere definito piuttosto come una pet therapy per carcerati, come anche specificato dall’assessora Colosso nell’ultimo consiglio comunale: un “progetto sociale-animalista”. Qui si coglie appieno il punto critico: si tratta sicuramente un interessante progetto dal punto di vista sociale/antropocentrico, ma di scarso valore dal punto di vista di gestione del randagismo. Riteniamo debba essere dunque finanziato con risorse proprie delle politiche sociali e non del benessere animale».

Già, perché Gatti galeotti è finanziato con fondi regionali «per progetti di riqualificazione urbana e ambientale tramite sterilizzazione, gestione e controllo della popolazione felina». In tutto si parla di 14mila euro, con un contributo da parte del Comune, di cui circa 11mila dovrebbero andare alla gestione all’allestimento del punto di raccolta in carcere. Pochi, se si parla di un bilancio comunale, tanti, se si vedono dal punto di vista dei fondi dedicati ai gatti. Si pensi che Eporedia animali viene rimborsata con 9.500 euro l’anno dal Comune di Ivrea, che concorrono a formare i circa 18mila euro di contributi pubblici che riceve il gattile, su un bilancio annuale che si avvicina agli 80mila euro. Il gattile di Ivrea, nel 2023, ha gestito 386 gatti. Facendo una proporzione, puramente numerica e senza dubbio astratta, in gattile si parla di poco più di 45 euro, mentre nel punto di raccolta in carcere si parla di circa mille, oltre venti volte di più. È chiaro che in carcere bisogna predisporre delle strutture che attualmente non ci sono e i costi sono differenti. «È il famoso bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto - spiega Gabriella Colosso, assessora alla Tutela degli animali -. Io credo che debba essere sottolineato che è anche un progetto sociale. Ed è un altro spazio dedicato a dei gatti, che possono essere randagi e vedremo dove prenderli. È un progetto sperimentale, è il secondo in Italia che si fa di questo genere. È anche una pet therapy per detenuti, è vero, infatti inizialmente l’avevamo pensata nelle celle, ma abbiamo incontrato delle difficoltà. Siamo soddisfatti, però, di come si è sviluppato: potrà migliorare visto che è un progetto sperimentale, il secondo di questo genere in Italia».

Per quanto riguarda i finanziamenti Colosso precisa «che è intenzione dare una certa parte di quei soldi al gattile per le sterilizzazioni. E comunque saranno mantenuti i 9.500 euro, che il Comune di Ivrea destina ogni anno». Sulla gestione del progetto sotto la voce delle politiche sociali, l’assessora spiega che «abbiamo dovuto lavorare con l’Asl, con il garante regionale per i diritti degli animali, è ricaduto tutto sotto questo nuovo assessorato alla Tutela degli animali, che stiamo strutturando. Stiamo lavorando sulle targhette da mettere su ogni colonia felina che abbiamo censito, stiamo per convocare un tavolo permamente sulla Tutela degli animali, previsto dal nuovo regolamento, stiamo anche valutando due aree per un nuovo gattile. Insomma, l’attenzione per il randagismo felino è crescente».

Eporedia animali, però, chiosa così la sua lettera. «Ci dispiace di non poter parlare di persona di questi aspetti - spiega -, ma doverli esporre per iscritto, senza un confronto amichevole e fruttuoso. Per tutti questi motivi, non riteniamo opportuno far parte del progetto al momento, ma, come specificato innumerevoli volte, ci rendiamo disponibili ad ulteriori approfondimenti e a una collaborazione reale e costruttiva».