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Tentata rapina in banca a Pordenone, il sospettato finisce a processo

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«Dammi i soldi, ti ammazzo». Così Francesco Bilardi avrebbe minacciato la cassiera della banca Monte dei Paschi di Siena di piazza XX Settembre, a Pordenone, il 13 dicembre 2019, prima di fuggire a mani vuote.

L’uomo, 62 anni, di Reggio Calabria, ora accusato di tentata rapina aggravata, è stato rinviato a giudizio ed è atteso davanti al giudice per l’udienza preliminare il prossimo 13 febbraio per rispondere del reato contestato. A rappresentarlo l’avvocato Laura Presot del foro di Pordenone. L’accusa è sostenuta dal pubblico ministero Carmelo Barbaro.

Gli inquirenti lo avrebbero incastrato collegandolo a un episodio di tentata rapina del 2023. Nonostante il volto travisato con passamontagna e occhiali da sole, Bilardi sarebbe stato riconosciuto attraverso le immagini delle telecamere, dalle quali gli inquirenti avrebbero riconosciuto lo stesso autore del tentato colpo alla filiale di Banca Intesa in via Mazzini, sempre a Pordenone, che gli è già costato una condanna con rito abbreviato in primo grado a tre anni e quattro mesi e 1.334 euro di multa.

Per l’episodio di dicembre 2019 per cui è stato rinviato a giudizio, secondo l’accusa il rapinatore aveva fatto irruzione alla Monte dei Paschi in piazza XX Settembre.

Erano le 12.10 quando l’uomo si era introdotto all’interno della filiale scatenando il panico tra dipendenti e clienti. Con il volto travisato aveva preso d’assalto uno degli sportelli, puntando la pistola, poi rivelatasi giocattolo, alla testa di una delle dipendenti nel tentativo di costringerla ad aprire la cassa e consegnargli il denaro.

Attimi di paura per i cassieri, che continuavano a ripetergli che i soldi erano custoditi e protetti da sistemi di sicurezza non accessibili. Constatata l’impasse, l’uomo aveva girato i tacchi per darsi alla fuga lungo via Mazzini. Alle 12.13 la richiesta di aiuto al 112 da parte dei dipendenti della banca che riferivano di aver visto l’uomo prendere la direzione di via Battisti. A Bilardi è contestata anche la recidiva reiterata specifica infraquinquennale.