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883, la serie: due sconosciuti che conquistarono l’Italia

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“Hanno ucciso l’uomo ragno – la leggendaria storia degli 883”, serie tv prodotta da Sky Studios e Groenlandia, in onda da venerdì in prima serata per un totale di otto puntate, è innanzi tutto un teen drama che celebra gli antieroi, le persone normali che ce l’hanno fatta: «Due giovani e un po’ ingenui, lontanissimi dallo stereotipo delle pop star, che hanno cambiato la musica italiana diventando la voce di una generazione: Max Pezzali e Mauro Repetto, gli 883. Noi oggi li raccontiamo in una serie appassionante, divertente e nostalgica, che parla molto a chi quegli anni li ha vissuti, tra le corse con il Ciao e le musicassette, ma si rivolge anche a chi sta vivendo oggi quelle stesse amicizie, quei sogni, quei primi amori di cui raccontiamo». Così la produzione.

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La prima puntata

Alla multisala Eliseo di via Torino a Milano è stata presentata la prima puntata del dramedy sulla formazione musicale italiana più famosa degli anni Novanta. Un’ora quasi interamente dedicata a Massimo (che, come si scopre nel corso dell’episodio, non veniva ancora chiamato Max) Pezzali che si apre con la bocciatura del frontman e cantante degli 883 al liceo Copernico. Una bocciatura causata dalla passione sfrenata per la musica che arriva da Inghilterra e Stati Uniti: d’altronde un convincente Elia Nuzzolo, nella parte di Pezzali, si chiede perché nessuno ascolti il punk a Pavia. La prima puntata è la storia di un’iniziazione, musicale s’intende: Max scopre prima i Sex Pistols e i Ramones, poi il rap. Per il quale, come osserva il protagonista, non serve neppure la chitarra. Generi musicali che permettono la massima libertà creativa. Max si mette comunque a studiare la chitarra dopo aver incontrato Silvia, di cui si prende una cotta. A lei vuole dedicare la sua prima canzone. «La figura di Silvia – spiegano i produttori – è puramente finzionale, l’unico protagonista completamente inventato della serie, e mescola diverse suggestioni femminili trovate nel libro di Max “I cowboy non mollano mai” e nei racconti fatti dallo stesso Max. Silvia è la scintilla che serve ad accendere Max, Silvia è tutto, è quel tipo di ragazza che avrebbe fatto perdere la testa a qualsiasi ragazzo, figuriamoci a uno come Max. La confusione di Silvia è quella di un’adolescente che ancora non ha trovato la sua strada e che cerca, in ogni modo, di dare un senso, una direzione alla sua vita».

Max compositore

Il personaggio di Silvia è davvero fondamentale perché rende concreto qualcosa che prima era velleitario: Max inizia a fare musica, a studiarla, grazie a questo personaggio. Il passaggio dal Copernico al Taramelli (che nella serie viene definita una scuola “fighetta”) porterà a un incontro carico di conseguenze: proprio lì Max conosce Mauro Repetto, suo compagno in quella avventura destinata a cambiare la storia della musica italiana.

“Hanno ucciso l’uomo ragno – la leggendaria storia degli 883” parte con il piede giusto: la serie è divertente e può piacere (come peraltro le canzoni degli 883) a un pubblico di tutte le età. Uno degli obiettivi dichiarati del regista Sydney Sibilia e della produzione. —