ru24.pro
World News in Italian
Октябрь
2024
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

Manconi racconta al Ghislieri la sua discesa nella cecità totale

0

«Vivo una tragedia, per giunta irreparabile e rispetto alla quale non si può tornare indietro, ma che non comporta solo disperazione, nel senso che, lo dico senza alcuna retorica, può essere anche un’opportunità di coscienza e conoscenza». Luigi Manconi, 76 anni, sociologo ed ex parlamentare, già sottosegretario alla Giustizia nel secondo governo Prodi, da sempre in prima linea per la difesa dei diritti civili e delle libertà, individuali e collettive, sarà mercoledì sera al Ghislieri (ore 21, Aula Goldoniana) per presentare il suo nuovo saggio, “La scomparsa dei colori” (Garzanti), in cui descrive la sua progressiva, inesorabile discesa in una condizione di cecità totale, che non è tuttavia «un calamaio di compatta cupezza», perché «la cecità non è nera. È lattiginosa, a tratti caliginosa. E, talvolta, rivela sprazzi perfino luminescenti» : lo farà dialogando con il professor Gianni Francioni (sassarese come lui, docente emerito di Storia della filosofia), nell’appuntamento inaugurale del primo ciclo di conversazioni «Per orientarsi nel pensiero. Libri da leggere», che ha già in scaketta altri incontri (ancora da calendarizzare), tra cui quelli con Gad Lerner e Patrick Zaki.

Professor Manconi, che cosa intende per opportunità di coscienza e conoscenza?
«L’opportunità di coscienza ti consente di guardare dentro di te con maggiore acutezza, con la conoscenza si trovano strumenti e risorse che non immaginavi di avere, ad esempio una maggiore capacità di ascoltare in senso proprio e metaforico proprio perchè è accresciuta la mia sensibilità verso i suoni, i rumori, le voci, la musica. In senso metaforico perchè ti induce a una maggiore umiltà e a chinarti verso il prossimo con maggiore attenzione e maggior rispetto».

L’essere completamente cieco le consente comunque di continuare il suo lavoro intellettuale e il suo impegno civile?
«Ho cercato di continuare a fare quello che facevo, ovviamente con molta maggiore fatica e ostacoli molto maggiori da affrontare. Ma credo di essere riuscito a proseguire il percorso intrapreso quando era ancora vedente» (Manconi è passato in una quindicina d’anni da una forte miopia all’ipovisione, alla cecità parziale e infine a quella totale) .

Gli ostacoli nella vita quotidiana ovviamente non mancheranno.
«Ci sono, certo. Da una decina d’anni, non posso fare prelievi al bancomat, tanto per citare un esempio. Non riesco a versare lo zucchero nella tazzina del caffè. Tante cose anche apparentemente banali mi sono impedite. Per tutta la vita ho perseguito la massima capacità di autonomia sul piano personale e politico, poi la mia disabilità mi ha portato a dipendere dagli altri. Ma questo l’ho riconosciuto non solo come una limitazione, ma anche come fonte di piacere. L’affidamento agli altri può essere una condizione che ti dà anche gratificazione».

Cosa significa essere non vedenti oggi in Italia?
«Nel nostro Paese, mi ritengo un cieco privilegiato perchè non sono povero, scrivo, parlo un discreto italiano, ho una rete familiare e amicale molto ampia, ho ricoperto incarichi pubblici e istituzionali. Insomma, usufruisco di molti ausili e di una rete di protezione. La stragrande maggioranza dei ciechi e in generale delle persone con disabilità è priva di tutti questi vantaggi e vive in città che, nonostante una buona legge contro le barriere architettoniche, restano sostanzialmente ostili».

Resta moltissimo da fare, dunque, sotto questo punto di vista.
«Certamente sì».