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Porto Marghera, è sfida tra big per il terminal: Setramar vuole scalzare Euroports

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Sfida tra colossi per la concessione, in fase di rinnovo, del terminal delle rinfuse sul molo B di Porto Marghera. Da un lato il gruppo belga Euroports che attraverso Trv (Terminal Rinfuse Venezia) ha gestito negli ultimi anni l’area da quasi 280 mila metri quadrati e si è candidato con l’Autorità portuale a gestire il terminal anche per i prossimi 25 anni.

Dall’altro lato ci sono gli sfidanti, se così si può dire, pronti a sostituirsi nella concessione. Sono quelli di Lloyd Ravenna, società del gruppo logistico Setramar, di proprietà della famiglia Poggiali, di recente passata per il 70% al fondo di investimenti americano Davidson Kempner.

La sfida lanciata da Ravenna

Il passaggio societario, compiuto alla fine dello scorso anno, è risultato decisivo nella scelta di provare a sbarcare a Venezia, dal momento che tra gli obiettivi del fondo americano c’è la crescita di Setramar sull’asse Adriatico, per costruire - così si presentò all’epoca il progetto - una piattaforma dell’economia del mare.

Con un terminal a Ravenna e, nelle intenzioni, anche a Porto Marghera.

La richiesta è arrivata negli uffici dell’Autorità portuale di Venezia poche ore prima che scadessero i termini e avrebbe colto tutti di sorpresa, compresi i vertici di Euroports.

Proprio per evidenziare l’importanza del Terminal per il gruppo, alla fine del 2022 era arrivato a Marghera l’amministratore delegato di Euroports, Med Pablo Garcia Muñiz, con l’obiettivo di presentare gli investimenti del gruppo, 7 milioni nel solo 2022: il simbolo era la nuova gru Liebherr 550 a basse emissioni capace di scaricare fino a 1000 tonnellate di rinfuse l’ora.

Il progetto Euroports

Una visita in vista del rinnovo della concessione delle banchine Aosta, Piemonte, Romagna ed Emilia, dove la società tratta principalmente prodotti agro-alimentari e rinfuse nere (carbone, ferroleghe e ghisa) ma opera anche nel settore ro-ro.

Euroports ha presentato l’istanza di rinnovo della concessione per la prima volta proprio alla fine del 2022. Sono seguite due integrazioni, l’ultima l’estate scorsa.

«Noi ravvisiamo nell’area portuale di Porto Marghera», le parole di Muñiz in visita a Porto Marghera a fine 2022, «una grande opportunità perché possa trasformarsi nell’hub più importante dell’Adriatico per quanto riguarda il traffico merci del comparto agroalimentare e acciaio». Devono pensarla così anche a Ravenna dato che, dopo aver tenute ben coperte le carte, il giorno stesso della scadenza dei termini, lo scorso 10 settembre, la Setramar ha presentato l’istanza all’Autorità portuale di Venezia.

La commissione del Porto

L’Autorità portuale ha ritenuto l’istanza ammissibile e istituito una Commissione che dovrà giudicare i due piani industriali per individuare il migliore. Presidente della Commissione è Antonella Scardino, segretario generale del Porto. Gli altri quattro membri-commissari sono Lorenza Palma, della Direzione del Demanio, Antonio Revedin, Gianandrea Todesco e Giovanni Terranova, tre dirigenti del Porto.

«La prima volta a Venezia»

Oggi la Trv impiega oltre 40 lavoratori, preoccupati e spaesati rispetto a quanto può accadere.

A memoria di sindacalisti è forse la prima volta che, a Porto Marghera, due società si sfidano per la gestione dello stesso terminal.

«Io non ho memoria di altri casi», sottolinea Mario De Terlizzi della Fit Cisl, «da un lato siamo preoccupati perché vogliamo avere garanzie sulla clausola sociale e cioè sul fatto che, se non dovesse essere più Euroports a gestire il terminal, i lavoratori verranno riassunti. Dall’altro questo è senza dubbio un segnale di vivacità del Porto di Venezia che ha bisogno di manager e di una classe politica capace di costruire una prospettiva per il futuro».

Gli altri terminal

Allargando lo sguardo agli altri terminalisti, l’anno scorso è stata rinnovata la concessione per Vecon (fino al 2049, investimenti per 78,6 milioni di euro) mentre ad aprile è stata rinnovata quella di Tiv (fino al 2050, investimenti annunciati per 118 milioni di euro). Scadrà nel 2026 la concessione a Multiservice. —

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