Esplosivi per Israele imbarcati sulla nave: «No all’attracco a Capodistria»
Una nave della discordia, misteriosa e dalla missione dubbia perché sospettata di trasportare pericolosi esplosivi con destinazione finale Israele. E dopo aver creato attriti in Africa, sta facendo lo stesso ora anche nella sua rotta dal Montenegro alla Slovenia, passando per la Croazia. Prima ancora di attraccare.
Si tratta della MV Kathrin, cargo costruito nel 2010, ottomila tonnellate di tonnellaggio, unità partita più di due mesi fa da Hai Pong, in Vietnam e in navigazione da mesi prima nell’Oceano Indiano, poi al largo della Namibia, Mar Rosso, Suez, il Mediterraneo e infine l’Adriatico. È una sorta di Odissea, quella della Kathrin senza un porto che la voglia accogliere, a causa del carico che trasporterebbe. La nave - avevano denunciato già a fine agosto le autorità della Namibia vietandone l’attracco a Walvis Bay - trasporterebbe infatti «materiali esplosivi destinati a Israele», aveva dichiarato la ministra della Giustizia namibiana Yvonne Dausab, confermando il divieto di ingresso al cargo nel porto principale dopo la sollevazione di Ong e attivisti pro-Palestina.
Mesi dopo, ecco che uno scenario del tutto speculare si sta dispiegando in Adriatico, coinvolgendo in particolare Slovenia e Montenegro. A denunciarlo è stata Amnesty International, che ha svelato che la Kathrin, dopo essere stata respinta dalla Namibia, ha ripreso la navigazione ed è ora diretta ai porti di Bar, in Montenegro, e di Capodistria, in Slovenia. Il cargo trasporterebbe «esplosivi Rdx», oltre a sessanta tonnellate di Tnt, che dovrebbero essere «scaricati a Capodistria», anche se poi «non è noto come raggiungeranno Israele», ha aggiunto Amnesty.
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Conferme in questo senso sono arrivate dal direttore dell’Amministrazione marittima slovena, Jadran Klinec, che ha confermato che Capodistria è ora la destinazione finale della Kathrin, mentre il carico pericoloso dovrebbe proseguire via terra per Polonia, Cechia e Slovacchia, probabilmente i Paesi dove i materiali esplosivi saranno trasformati da aziende militari per l’uso finale. Prima di Capodistria, ha specificato Klinec, la nave dovrebbe fare tappa anche a Bar, in Montenegro, dove dovrebbe essere scaricata una parte del carico: ma i media di Podgorica, dopo le prime polemiche, hanno assicurato che le autorità montenegrine non avrebbero dato luce verde all’attracco, obbligando il cargo a ripiegare verso il vicino scalo croato di Ploce.
L’unica cosa certa al momento è che la Kathrin è ora ferma in mezzo dell’Adriatico e, secondo i piani ufficiali del porto di Capodistria, è attesa in Slovenia per domani. Altrettanto certa è la strenua opposizione di partiti come Levica, associazioni filopalestinesi e Ong per i diritti umani, Amnesty in testa, contro l’attracco della nave in qualsiasi porto adriatico. «Il carico mortale che si pensa sia a bordo della MV Kathrin non deve raggiungere Israele, perché c’è il chiaro rischio che possa contribuire alla commissione di crimini di guerra contro civili palestinesi», ha ammonito la numero uno di Amnesty in Slovenia, Nataša Posel. Bisognerebbe dunque comportarsi come la Namibia, che ha «correttamente rispettato i suoi obblighi internazionali» vietando l’attracco, e «spetta ora a Slovenia e Montenegro e ad altri Stati fare lo stesso». Amnesty ha ricordato che, secondo il diritto umanitario internazionale, è vietato a tutti gli Stati trasferire armi alle parti impegnate in un conflitto armato. Se c’è il sospetto che esse possano essere usate per commettere crimini di guerra.