Il Porto Vecchio arriva in aula: «Si deciderà il futuro di Trieste»
«La giunta comunale vuole trasformare il Porto Vecchio in un nuovo Porto Piccolo».
Non usano giri di parole i membri dell’opposizione riunitesi ieri, venerdì 4 ottobre, in fronte comune sulla delibera relativa al project financing per il futuro del Porto Vecchio, che giungerà in aula la prossima settimana.
L’opposizione triestina contesta sia il metodo utilizzato dalla maggioranza per il dibattito che il progetto stesso. «Pur trattandosi di una delibera che potrebbe decidere il futuro della nostra città – questa la premessa del capogruppo Pd Giovanni Barbo – abbiamo tempi limitatissimi per analizzarla e poi votarla. Questa fretta ha fatto sì che abbiamo dovuto correre per fare delle proposte, ma riteniamo che tutto quello che sta succedendo attorno a questa delibera sia inaccettabile. Sia per noi che per la cittadinanza trattandosi, giova ripeterlo, di una decisione dalla quale dipende il futuro della città e che riguarda un’area che potrebbe fare da contrasto al costante declino demografico in atto».
Sul poco tempo a disposizione per fare emendamenti è ritornata anche Alessandra Richetti (M5s). «La giunta comunale ha deciso di vincolare per i prossimi 50 anni i 66 ettari di Porto Vecchio – ha aggiunto la pentastellata – però, mentre i tecnici hanno avuto un anno di tempo per approfondire il progetto, quello a noi concesso è stato di poche settimane, tra l’altro avendo a disposizione documenti essenziali solo alcuni giorni prima del Consiglio comunale. Si sta insomma chiedendo a tutto il consiglio e non solo a noi dell’opposizione di firmare un contratto al buio». «Noi ci siamo approcciati a questa delibera con spirito collaborativo – le fa eco Rosanna Pucci (Pd) – ma la maggioranza ci restringe i tempi per la valutazione dei progetti. Noi collaboriamo con le nostre proposte per il bene delle nuove generazioni, perché Trieste merita un porto del futuro all’altezza della sua storia».
Dalla forma si è passati alla sostanza contenuta nella delibera legata al project financing del Porto Vecchio, bocciata anch’essa dal gruppo di opposizione il quale annuncia, ça va sans dire, grande battaglia in consiglio comunale. «Questo è un progetto edilizio e non di rigenerazione urbana perché se lo fosse metterebbe al centro il porto – sottolinea Alberto Pasino (Pf) –. Se l’idea della giunta comunale è quella di fare di Trieste la nuova Montecarlo, allora stanno vagheggiando, perché non permetteremo che la città venga trasformata in una nuova capitale del gioco e del lusso. La giunta vuole cancellare la cifra storica della nostra città ma non ce la faranno, perché Trieste non è Viareggio. La nostra città è nata con un’altra idea che va rispettata». Infine Francesco Russo ha posto l’accento sulle tempistiche legate a tutte le tappe della delibera.
«Si è chiesto dapprima ai consiglieri circoscrizionali di pronunciarsi a fine agosto senza avere la piena disponibilità della documentazione – così l’ex candidato sindaco –, ora si è scelto di discutere in aula del procedimento durante la settimana della Barcolana quando la città è concentrata su tutt’altro. Noi però chiediamo alla maggioranza di fermarsi e di spiegare alla cittadinanza come vogliono trasformare il Porto Vecchio, perché i cittadini hanno il diritto di sapere. Ricordiamoci però – questa la conclusione dell’ex senatore – che il Porto Vecchio nove anni fa non è stato sdemanializzato per trasformarlo in un nuovo Porto Piccolo». —
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