Partono le Giornate del Cinema Muto: a Pordenone più di 200 film fra corto e lungometraggi
Nell’edizione delle Giornate del Cinema Muto che sta per iniziare ci aspettano più di 200 film fra corto e lungometraggi, divisi in 12 sezioni tematiche, e tanti eventi musicali. Oltre all’orchestra che apre e chiude il festival, attendiamo dall’Uzbekistan due musicisti per l’accompagnamento di alcuni titoli inclusi nella retrospettiva dedicata al cinema di quel Paese, di cui sappiamo poco e chissà quali sorprese ci riserva.
Il pianista Richard Siedhoff sarà a Pordenone per accompagnare uno dei titoli del Canone, il film espressionista Raskolnikow di Robert Wiene, da Delitto e castigo di Dostoevskij, e la Zerorchestra eseguirà anche al Verdi (dopo la preapertura a Sacile) la partitura di Daan van den Hurk per l’esilarante Girl Shy con il genio della commedia Harold Lloyd.
In realtà, tutti gli accompagnamenti sono speciali, grazie all’insuperabile squadra dei musicisti del festival, che singolarmente o riuniti in piccoli gruppi – come accadrà ad esempio per l’evento della serata di mercoledì 9 ottobre, La Sultane de l’amour – sanno stupire ogni volta per talento e bravura. Insisto sulla musica non perché i film non siano importanti, anzi, ma per sottolineare che alle Giornate il cinema non è muto affatto. Talvolta non è nemmeno in bianco e nero, e lo dimostra proprio La Sultane de l’amour, i cui splendidi colori rendono ancora più magica l’atmosfera da Mille e una notte del film. Tornando agli eventi orchestrali, dopo la serata inaugurale con l’ultimo western muto di John Ford, per il finale abbiamo un altro grande western, The Winning of Barbara Worth (Sabbie ardenti, 1926) di Henry King, con il venticinquenne Gary Cooper nel suo primo ruolo importante. Per questo film le Giornate hanno commissionato una nuova partitura a Neil Brand che ascolteremo in prima assoluta nell’esecuzione dell'Orchestra da Camera di Pordenone diretta da Ben Palmer.
Come condensare in poche righe un programma tanto vasto? Cito un altro titolo imperdibile come La Bohème (1926) di King Vidor, omaggio a Giacomo Puccini nel centenario della sua morte e, per i corregionali, The Perl of the Ruins, girato a Trieste nel 1921. Segnalo il tributo alla prima star cinoamericana di Hollywood, Anna May Wong; la rassegna che ripercorre la carriera dello scenografo Ben Carré e la sezione sulla Sicilia, che inaugura una serie dedicata alle regioni italiane. Senza dimenticare l’America Latina, al centro della più ampia retrospettiva di quest’anno.
Per il programma completo, che include conferenze, presentazioni di libri, lezioni di musica e seminari, e per informazioni sulla selezione di film online, rinvio al sito del festival, da cui si può scaricare anche il catalogo di 336 pagine, un altro numero che dà l’idea di quanto ci sia da scoprire e riscoprire in questa 43a edizione.