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The Smile: Cutouts è la terza gemma post-Radiohead

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I Radiohead sono l'ultima grande band ad aver indicato, tra gli anni Novanta e l’inizio del Terzo Millennio, una nuova via al rock, meno muscolare e più intrisa di inquietudine, di elettronica e di chitarre liquide. Invece che adagiarsi nella zona di comfort di un brand mastodontico e straordinariamente attrattivo come quello del gruppo di Oxford, Thom Yorke e Jonny Greenwood, i due componenti più carismatici dei Radiohead, hanno dato vita all'inizio del 2022 al progetto The Smile insieme a Tom Skinner, batterista dei Sons Of Kemet, una delle band più rappresentative della nuova scena jazz inglese.

Nell'attesa di sapere che cosa faranno i Radiohead da grandi, dopo la pubblicazione del notevole A Moon Shaped Pool nel 2016 (il bassista Colin Greenwood ha confermato che il gruppo di Oxford sta provando in questi giorni alcune vecchie canzoni in studio), va subito detto che il progetto The Smile, alla prova di Cutouts, terzo album pubblicato in due anni e secondo del 2024, lo stesso numero di album pubblicati dai Radiohead negli ultimi vent’anni, non appare come un divertissement fine a se stesso, ma come un gruppo a tutti gli effetti, con una sua identità musicale ben precisa e con un grandissimo tiro nei brani più ritmati. Da oggi disponibile nei negozi fisici e sulle piattaforme streaming, Cutouts è stato registrato negli studi di Oxford e ad Abbey Road con la London Contemporary Orchestra nelle stesse sessioni di Wall of Eyes, ma questo è un album più libero e giocoso del suo predecessore.

Mentre il primo disco A Light for Attracting Attention del 2022 segnava una netta cesura rispetto agli ultimi lavori dei Radiohead, il più recente Wall of Eyes, in alcuni brani, è fortemente debitore rispetto al sound distintivo della band capitanata da Thom Yorke: il terzo lavoro in studio Cutouts, anche se pubblicato per ultimo, si colloca idealmente a metà strada tra i primi due. I fan nostalgici dei Radiohead troveranno pane per i loro denti in Foreign Spies, una ninna-nanna lisergica, ricca di archi, che ci ha ricordato le emozioni di No Surprises, nell’ipnotica ballad dalle atmosfere indiane Instant Psalm, che non avrebbe sfigurato nell’album The Bends, e nel post-punk oscuro di No Words, che rievoca il riff contagioso di I Might Be Wrong contenuto in Amnesiac: impossibile non battere il piede sotto al tavolo mentre le percussioni spigolose di Skinner si fondono con il basso tridimensionale di Greenwood e con inquietanti strati di synths. In Cutouts Thom Yorke passa con disinvoltura dalla chitarra al basso, dal piano al synth, mentre Greenwood si divide equamente tra basso e chitarra, non disdegnando, ogni tanto, qualche digressione al piano elettrico e al synths. L'ingrediente segreto della chimica musicale degli Smile, oltre allo straordinario affiatamento umano e artistico tra Yorke e Greenwood (diversi, ma complementari come lo erano Paul McCartney e John Lennon), è la batteria di Tom Skinner, il cui drumming fantasioso, ricercato e ricco di groove aggiunge sempre colore alla complessa tela dipinta dai due geniali Radiohead. Il poderoso drumming a tempi irregolari del batterista inglese, soprattutto nei brani più ritmati, segna le coordinate entro le quali gli altri due musicisti sono liberi di tessere le loro trame sonore, tra echi orientali, synths spaziali, chitarre psichedeliche e interplay tipicamente jazzistico.

Emblematico dello stile del power trio è l’irresistibile brano Zero Sum, che abbiamo già apprezzato dal vivo quest’estate nel concerto degli Smile a Taranto: in esso Yorke esclama ironicamente “Windows 95! Windows 95!” in una canzone piena di disprezzo per la tecnologia pervasiva e alienante dei nostri giorni. Altrettanto coinvolgente e galvanizzante è Eyes & Mouth, con un riff di chitarra e con la ritmica degli hi-hat tipicamente jazz-rock, per poi acquistare toni più oscuri e drammatici nella seconda parte. Tiptoe regala grandi emozioni con il suo piano etereo e i suoi archi avvolgenti, in uno dei brani più cinematici di Cutouts, in cui risultano evidenti le esperienze nella scrittura delle colonne sonore di Yorke e Greenwood. The Slip è una canzone magmatica e paranoica, che viene ravvivata da esaltanti riff di chitarra in stile Bowie e dai continui cambi di ritmo della batteria di Skinner. Si legge spesso che le classificazioni in generi musicali oggi siano ormai superate: in effetti, ascoltando l’ultimo album degli Smile, è davvero difficile catalogarli in una categoria unica, poiché prog, alt rock, post punk, elettronica, jazz, noise e cantautorato si alternano e si fondono con assoluta naturalezza, spesso anche all’interno dello stesso brano. In tutti e dieci i brani di Cutouts è evidente come Yorke e Greenwood, lontani da un totem ingombrante come il brand Radiohead, siano liberi e si divertano molto a sperimentare nuove sonorità, grazie all’apporto creativo del talentuoso batterista Tom Skinner, senza però disdegnare qualche incursione stilistica nel loro glorioso passato con la band di Oxford.

Non sappiamo, al momento, che cosa ci riserverà il futuro dei Radiohead, se un grandioso reunion tour nello stile degli Oasis o un nuovo progetto discografico, ma, a giudicare dalla qualità di Cutouts, terza gemma nella discografia degli Smile, questo power trio Yorke/ Greenwood/ Skinner ha ancora molto da dire e da dare all'alt rock contemporaneo, a cui potrebbe, in futuro, regalare un quarto capitolo di una storia ancora ricca di colpi di scena.