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Occupazioni, in Avs si apre il processo alla compagna Salis. Borrelli: “Candidata solo perché detenuta”

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Brutti tempi per Ilaria Salis. La maestra antifascista, portabandiera delle occupazioni abusive, comincia a essere scaricata dalla sinistra che le ha regalato un comodo scranno a Strasburgo per sottrarla al carcere in Ungheria. La coppia Bonelli-Fratoianni ancora non si pronuncia e chissà quando ammetterà l’autogol. Ma in tanti tra le file di Avs e dintorni cominciano a scaricarla imbarazzati. Tutti a prendere le distanze, a chiarire, a dissociarsi dal verbo barricadero dell’attivista antifà che con l’ultimo post inneggiante alle eroiche occupazioni abusive  ha esagerato anche per i compagni. Occupare è bello – insiste a ogni pie’ sospinto l’eroina dell’estrema sinistra – anzi “è l’unico strumento per garantire il diritto all’abitare”.

Fuggi fuggi dalla Salis, Borrelli: non la conosco

“Non la conosco e non la penso come lei”, dice in diretta televisiva Francesco Emilio Borrelli, deputato napoletano e storico attivista dei Verdi. Incalzato da David Parenzo all’Aria che tira, su La7, critica senza se e senza ma gli ultimi deliri della collega europarlamentare. E non le manda a dire ai leader di Avs per averla candidata e  portata in giro come una Madonna pellegrina. Che oggi rischia di fare la fine di Soumahoro. “Lo posso dire? Lei era stata candidata per il fatto che era detenuta in Ungheria”. Insomma in pochi tra le file dell’opposizione sono disposti a crede alla favoletta della candidatura politica, della testimonial d’eccezione, della candidata di peso.

La maestra antifà rischia l’isolamento come Soumahoro

“Non è del mio partito”, insiste  Borrelli, “L’hanno eletta coi voti del nord-ovest, non coi nostri”. E ancora sul nodo case. “Partiamo da un presupposto. Il piano di edilizia popolare in Italia non si fa da decenni. Per cui noi ci troviamo col paradosso che vengono occupate illegalmente un terzo delle abitazioni popolari. Alcune volte da persone che non hanno nessun titolo, criminali, delinquenti. Per mei delinquenti e i criminali non possono avere una casa popolare, non devono entrare in graduatoria. Mi dispiace”.

L’ultimo delirio sui social: occupare è bello, è l’unico strumento

Le ultime sparate dell’attivista antifà arrestata a Budapest sono troppo indigeste. Tornata a difendere il diritto all’occupazione si è spinta a dipingere gli occupanti come eroi, giganti nella costruzione della comunità sociale. Che imbiancano le pareti, tolgono la muffa, costruiscono presidi contro il degrado (non contro la criminalità). Non è vero che levano la casa ai poveri anziani come sostengono i fascisti al governo. Mirino puntato anche contro gli agenti e i giudici che fanno il loro dovere. “Se venisse confermato il reato di associazione a delinquere, sarebbe un ulteriore grave passo in avanti nella repressione delle lotte e criminalizzazione della povertà”, scrive la Salis sui social. “Un altro tassello nella direzione autoritaria e classista”. È davvero troppo anche se dal Nazareno nessuno fiata.

 

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