“Sul Vanoi non bastano le dichiarazioni di Salvini: governo e regione dicano un no definitivo”
“Sul Vanoi, non basta che il ministro Matteo Salvini se ne sia lavato le mani, durante il question time di ieri pomeriggio alla Camera, precisando che al suo ministero non sono ancora giunte le carte del progetto. Agisca per dare risposte fattive alla crisi idrica in atto”. A parlare così oggi, giovedì 3 ottobre, il consigliere regionale Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione, che interviene “a due giorni dalla manifestazione, in programma sabato 5 ottobre alle 14 in piazza 3 Novembre e Lamon, organizzata dal comitato per la difesa del torrente Vanoi e delle Acque Dolci. Sull’annosa questione della diga, da anni assistiamo a un continuo rimpallo di responsabilità da parte del mondo della politica regionale. In un primo momento il nì del presidente Luca Zaia, poi lo stesso ha dichiarato che serve un parere vincolante della scienza prima di partire con qualsivoglia progettazione tecnica. Nel mezzo il consorzio di bonifica Brenta, strenuamente convinto della bontà del medesimo progetto. Oltre alla comunità scientifica, che peraltro ha messo a disposizione dati sulla ricarica delle falde bellamente ignorati dal consorzio, nonostante avesse finanziato esso stesso gli studi anni fa, vanno ascoltati i territori, che sarebbero devastati, in termini ambientali, sociali ed economici, da un’opera già vecchia in partenza”.
“Il cambiamento climatico rende urgente trattenere più acqua per le nostre attività, tuttavia” aggiunge Lorenzoni “le alternative per aumentare l’accumulo idrico per la pianura veneta ci sono, nelle aree di infiltrazione forestali. Tecniche semplici che fanno la cosa più logica: alimentare le falde sotterranee, l’accumulo naturale che è in sofferenza negli ultimi decenni”.
“Possiamo spendere un centesimo rispetto alla diga” conclude Lorenzoni, “e ottenere lo stesso risultato, ma se il ministero non agisce, resta solo il rischio di desertificazione del nostro territorio”.