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Ivrea, nuovo macchinario per aiutare le donne operate al seno

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Ivrea. La Breast Unit dell’Asl/To4 aggiunge alla sua strumentazione per la cura del tumore al seno un nuovo, importante dispositivo per la ricostruzione del complesso areola capezzolo nelle donne che hanno subito una mastectomia. Un’introduzione che rappresenta un ulteriore attenzione alle loro necessità psico-fisiche nel delicato percorso post intervento.

Si tratta di uno strumento per la micropigmentazione ricostruttiva sanitaria realizzato da Dd Project, azienda la cui tecnologia è fra le più avanzate in questo settore, e donato dalla generosità di Associazione donna oggi e domani (Adod) che da quasi trent’anni opera per essere vicina alle pazienti nelle fasi di diagnosi e di cura di questa malattia.

Nel pomeriggio di lunedì scorso è avvenuta la consegna ufficiale nel reparto di Chirurgia dell’ospedale di Ivrea diretto dal dottor Luca Panier Suffat. Affiancata da una rappresentanza di associate, la dottoressa Silvia Bagnera, responsabile Ssd Senologia dell’Asl/To4 e presidente di Adod, ha ricordato: «Il tumore al seno colpisce sempre più la popolazione femminile anche in giovane età e il prendersi cura del risultato estetico ha il potere di amplificare il grado di soddisfazione dopo gli interventi chirurgici effettuati nella nostra Breast Unit. Oltre a risolvere la problematica di salute delle pazienti, da oggi si punta anche a contrastare l’impatto psicologico e sociale che questa malattia causa nella popolazione femminile».

Ringraziando coloro che hanno sostenuto Adod nel rendere possibile questa donazione, Bagnera si è rivolta alla ditta produttrice «che ci ha accompagnato con attenzione alle nostre esigenze e alla formazione degli operatori in questa nuova realtà che fa il suo ingresso nella nostra Asl».

L’apparecchiatura utilizza un dermo-iniettore all’avanguardia dotato di una vasta gamma di pigmenti, tutti testati e invisibili ai raggi tomografici, che permettono di tatuare l’areola ed il capezzolo ottenendo risultati cosmetici post chirurgici il più soddisfacenti possibili. Su questi aspetti tecnici è intervenuta la dottoressa Federica Bergamin, chirurgo estetico nella struttura sanitaria eporediese. «Grazie a dei micro aghi si esegue un vero e proprio tatuaggio usando pigmenti medicali su base vegetale che nel tempo tendono a schiarire per un effetto che riproduce tutte le sfumature dell’areola - ha illustrato -. La legislazione attuale consente solamente agli operatori in ambito sanitario di utilizzare questo strumento e saremo una delle prime realtà di tutto il Piemonte. Le sedute, ciascuna della durata di 45 minuti circa, eseguite in day hospital, saranno indolori e occorreranno almeno 3 di esse per completare il trattamento. Il servizio sarà attivo dal 2025 ma nel frattempo creeremo una lista d’attesa».

La micropigmentazione si presta anche ad altre finalità. «È adatta a correggere discromie così come cicatrici post traumatiche o segni che deturpano il corpo di donne vittime di violenze - ha precisato la dottoressa Bagnera aggiungendo poi - La dedizione di tutte le nostre equipe mira a mettere la donna al centro di un sistema di umanizzazione sanitaria per cui la persona viene prima della patologia. L’ormai imminente inizio della campagna Ottobre rosa vedrà la nostra associazione concentrata nell’importantissima raccolta fondi, indispensabili per dare realizzazione a tutti i progetti che abbiamo in cantiere».

Parole di apprezzamento quelle espresse in conclusione dal dottor Panier Suffat: «Storicamente questa struttura complessa di Chirurgia presta molta attenzione alle patologie mammarie e la presenza della dottoressa Bergamin è un valore aggiunto per dare avvio, dopo la fase demolitiva, ad una programmazione per quella ricostruttiva. L’azione di Adod è poi fondamentale per offrire quel supporto umano indispensabile per dare risposte che vanno oltre a quelle tecniche che diamo noi medici».