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L’udinese che insegna in Giappone si racconta in un libro

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Dice la saggezza popolare: “Chi arriva in Giappone per la prima volta o lo conosce dopo cinque giorni oppure dopo venti anni”. Cadere sette volte, rialzarsi otto. Il Giappone e il giapponese per autodidatti, edito da Utet, sarà presentato giovedì 3 ottobre, con l’autore Flavio Parisi, in dialogo con la giornalista Anna Dazzan, alle 18, alla libreria Tarantola a Udine.

Udinese da vent’anni residente a Tokyo, Parisi è nel gruppo di quelli che, passata l’emozione dei cinque giorni, si è messo in dubbio e ha «messo su» come ci racconta lui stesso, «una visione più ampia. Sono arrivato a Tokyo quasi per caso: l’ho scelta d’istinto come meta di vacanza dopo mesi a rovistare tra le carte di un archivio friulano per la tesi in indologia.

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In Giappone ho trovato una cultura che mescola antico e moderno, una lingua viva e per me sostanzialmente ignota. Avevo abitato a Udine e a Venezia che mi ha reso un appassionato del subcontinente indiano e un amante dell’Asia, mi ha insegnato il piacere delle lingue lontane e i problemi che nascono quando si cerca di capire e farsi capire con persone di posti così lontani. Così per il viaggio post- laurea ho scelto Tokyo. Il suo fascino e lo stile di vita non frenetico mi stregarono».

Nel giro di qualche mese Flavio Parisi impara i primi rudimenti, si iscrive a un corso di calligrafia e soprattutto decide di fermarsi a vivere in Giappone, grazie a uno stipendio da insegnante di dizione per cantanti lirici – con cui parla per lo più italiano.

«Sono professore di quell’Università e mi occupo di insegnare la dizione, la metrica della poesia italiana usata nell’opera, oltre al significato di ciò che dice il libretto.

Lavorare con l’opera da italiano all’estero è un po’ uno stereotipo, ma mi sento autorizzato dalla genealogia: tutti i miei parenti da parte di padre erano appassionati matti dell’opera, pronti a viaggiare per centinaia di chilometri per andare ad ascoltare Maria Callas, Pavarotti e prima ancora Caruso.

I cantanti giapponesi possiedono una bella vocalità. Io li aiuto a capire l’intenzione del canto. Occorre fargli sentire il ritmo della nostra lingua o come, ad esempio, si arrabbiano gli italiani. Alla fine, comunque si tratta di restituire la poesia».

Ora, dopo vent’anni e una bella famiglia, con una moglie e due bambine, la pubblicazione di un libro scritto esattamente come Parisi parla, ovvero molto bene, con tante sfumature che illuminano ragionamenti e punti di vista e considerazioni, organizzato con espressioni che esprimono un modo di pensare e insegnano un po’ di giapponese a tutti noi, sfruttando le espressioni idiomatiche, gli alfabeti sillabici e gli ideogrammi, il linguaggio non verbale, le poche regole e le infinite eccezioni, per farci entrare nella filosofia e nella cultura di uno dei paesi più affascinanti al mondo e nello stesso tempo ci fanno riflettere su come sia molto più bello aprirsi al mondo.

«Sono molto contento e appagato di vivere in Giappone. In generale, e non è un luogo comune, giapponesi e friulani hanno in comune l’etica del lavoro.

Il friulano parte da casa sua con l’idea che è lui a doversi adattare, non si metterebbe a lamentarsi di non trovare la polenta.

Da questa mia esperienza ho imparato che le nazionalità si possono accumulare, le mie figlie sono super accettate, che sapere una lingua nuova ti permette di trovare nuovi amici del cuore e che si possono avere più lingue e più luoghi che ci sono cari».

Flavio Parisi è presidente e fondatore del Fogolar Furlan che riunisce a oggi una ventina di friulani. Ha scritto per il Touring Club Italiano, collabora spesso con “il Post” (tra le altre cose, è l’informale corrispondente dal Giappone di Tienimi Bordone) e tiene con cadenza irregolare un podcast dal nome Pesceriso.

È ospite del programma televisivo Cool Japan sulla rete nazionale giapponese nhk, e in quanto italiano viene spedito di volta in volta a scoprire lati sconosciuti del Giappone.

Lo scorso anno ospite di Expat trasmissione di Rai Radio Tre, ha incantato gli ascoltatori con il racconto del suo Giappone svelando i molti legami con il suo Friuli.