Il Fascicolo Sanitario Elettronico e la data del 19 maggio 2020 (per i nostri dati sanitari)
Quando si parla di diritto all’opposizione del pregresso per quel che riguarda il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) si deve fare attenzione a una data specifica: quella del 19 maggio del 2020. Da quel giorno in poi, infatti, tutti i nostri dati sanitari sono caricati – automaticamente – all’interno della piattaforma, in modo tale da consentire l’accesso agli stessi non più solamente a livello “Regionale”, infrangendo quei confini che – in molte occasioni – hanno rappresentato un vero e proprio ostacolo alla formulazione rapida di una diagnosi nei confronti di un cittadino/paziente.
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Ovviamente, c’è una libera scelta da parte dello stesso cittadino che prima deve essere informato e poi deve decidere se opporsi al trattamento di quella parte “facoltativa” di dati sanitari da caricare all’interno della piattaforma nazionale. Dunque, la scelta resta nelle nostre mani e in attesa dell’imminente riapertura della finestra temporale per procedere – con modalità opt-out, non proprio la migliore delle scelte (prevedendo un’azione attiva da parte del cittadino per esprimere il proprio mancato consenso) – dopo il provvedimento del Garante Privacy, facciamo chiarezza su un aspetto: perché si parla di una data precisa come quella del 19 maggio del 2020.
FSE, perché si parla dei dati antecedenti al 19 maggio 2020
Eravamo all’inizio della pandemia che ha cambiato molte delle nostre abitudini. L’allora governo guidato da Giuseppe Conte approvò diverse norme contenute all’interno del cosiddetto “Decreto Rilancio”. Tra le modifiche si parla anche, nell’articolo 11, di “Misure urgenti in materia di Fascicolo sanitario elettronico”. Ed è proprio da quel momento che i dati sanitari – per legge – vengono archiviati all’interno della piattaforme. Quel momento è racchiuso in una data: quella del 19 maggio del 2020. Ecco perché quando si fa riferimento al diritto all’opposizione al pregresso, si fa riferimento a un periodo di tempo ben preciso.
D’ora in avanti – in attesa che sia modificato il tutto seguendo il provvedimento del Garante Privacy – gli italiani (come hanno già potuto fare entro il 30 giugno scorso) potranno decidere se permettere allo Stato di archiviare sulla piattaforma i dati clinici e sanitari antecedenti proprio alla data di entrata in vigore del “Decreto Rilancio”.
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