Andrea Tesei, un pezzo di Trieste dentro Luna Rossa
C’è un velista che fa parte dell’equipaggio di Luna Rossa Prada Pirelli che porta simbolicamente i triestini a bordo del AC75. È Andrea Tesei, l’unico velista a bordo nato e cresciuto dal punto di vista velistico all’interno del golfo di Trieste. Andrea è il trimmer di destra, non lo si vede quasi mai in primo piano perché sulla barca è seduto nel cupolino di destra davanti a Jimmy Spithill.
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La città è virtualmente a bordo, dai velisti appassionati, che non conoscono personalmente Andrea ma non perdono una gara, a quelli che lo conoscono e che si danno appuntamento, magari nei vari circoli velici, per seguire le imprese del loro amico; da chi ha, o ha avuto in queste settimane la possibilità di andare a Barcellona appositamente per fare da “curva sud” a Luna Rossa a quanti in vacanza nella capitale catalana hanno scoperto, quasi per caso, che su quella barca c’è un loro concittadino.
E davanti a una scoperta del genere gli animi si scaldano, non è più solo tifare Italia ma sostenere con entusiasmo qualcuno che arriva dalla propria città: un’esperienza del tutto diversa.
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«Le persone, quando leggono il mio cognome – racconta Giovanni Tesei, fratello di Andrea – mi chiedono se lo conosco e io inevitabilmente rispondo con orgoglio: “si sono il fratello di”. Poi iniziano le mille domande per approfondire ogni curiosità». Andrea e Giovanni per un periodo hanno regatato insieme sul 49er, poi hanno sciolto l’equipaggio di casa e hanno preso strade e carriere diverse, anche se Giovanni come lavoro è anche un fotografo di vela ed è stato a Barcellona per fotografare e sostenere Andrea.
Tra gli amici che lo seguono da vicino, nonostante i mille impegni della stagione agonistica, nonché una delle persone che conosce meglio il trimmer triestino è Stefano Cherin, anche lui velista e timoniere di Andrea nella campagna di classi olimpiche con il 49er (loro sono stati l’ultimo equipaggio che ha qualificato il 49er maschile italiano alle olimpiadi, erano quelle di Rio 2016). Chiusa la campagna olimpica le rispettive carriere veliche si sono separate, ma il loro legame è rimasto forte, resistendo allo scorrere del tempo.
«Abbiamo regatato per sei anni insieme sul 49er, dal 2011 al 2016. Abbiamo iniziato per gioco. Michele Paoletti ci aveva prestato la sua barca e abbiamo cominciato a fare le regate nazionali, abbiamo visto che arrivavano dei bei risultati e quindi abbiamo detto: “beh, a questo punto facciamo la campagna olimpica 49er”. E così, alla fine, l’abbiamo fatta».
Continua poi nel racconto del loro rapporto: «Ci vogliamo molto bene, siamo molto amici. Anche in questo periodo riusciamo a sentici regolarmente, ci raccontiamo un po’ le nostre avventure, di come vanno le mie regate, come vanno le sue. Ci sentiamo anche perché abbiamo bambini con età identiche, addirittura Marta, la sua seconda, è nata lo stesso giorno del mio secondo figlio e l’ho chiamato Andrea, con la speranza che possa crescere bello dritto come lui».
E conclude: «Ci vogliamo bene, veramente, al di fuori della vela abbiamo condiviso tanti momenti sia di gloria che, allo stesso tempo, di illusioni sportive».
Dal passato ci si avvicina al presente. «Conclusa la campagna olimpica abbiamo preso strade diverse. Io ho fatto il professionista su varie barche facendo il tattico e lui è stato coinvolto nella schiera giovani del gruppo di Luna Rossa. E poi pian pianino si è fatto strada da solo grazie alle sue capacità fino a riuscire a ottenere un ruolo principale a bordo della barca».
A livello di personalità, Cherin non ha dubbi: «Caratterialmente è un velista con grande determinazione, tenacia, che non si arrende davanti alle difficoltà».
Andrea è nato dal punto di vista velistico allo Yacht Club Adriaco: «Siamo contenti e orgogliosi di averlo a bordo di Luna Rossa – ha detto Nicolò De Manzini, presidente dello Yacht Club Adriaco –. Da subito si è affermato anche come velista di imbarcazioni tecniche come era il 49er, prima dell’avvento delle barche volanti, era già un po’ predestinato a questo tipo di vela molto tecnologica».
L’Adriaco l’ha seguito nell’inizio della sua carriera velistica e poi l’ha visto crescere: «L’ha visto anche partecipare alla campagna olimpica – ha proseguito De Manzini – e poi spiccare il volo, nel vero senso della parola, con Luna Rossa. Al momento delle dirette, la saletta televisiva dell’Adriaco ha sempre un nutrito numero di soci che lo seguono, moltissimi di noi lo seguono sui social di Luna Rossa».
De Manzini ha così concluso il suo discorso con un invito: «Quando tornerà a Trieste organizzeremo degli eventi all’Adriaco per farci raccontare in diretta quello che è stata la sua impressione, il suo percorso». Aggiungendo subito dopo: «Ovviamente, speriamo che torni a Trieste il più tardi possibile». —