Sinistra impazzita, pacifisti contro pro-migranti: la “compagna” Carola Rackete favorevole a usare armi in Russia
Dopo aver lodato a sorpresa Giorgia Meloni per la sua politica estera, Carola Rackete scende in campo sulla questione Ucraina anche stavolta con un approccio da destra e critico nei confronti dei “compagni” di sinistra. Ma va perfino oltre, chiedendo ciò che il governo italiano non ha mai sostenuto: “Le armi servono a contrastare l’avanzata di Putin, vanno usate anche sul territorio russo”. La paladina dei migranti, passata alla storia per aver speronato al timone di un barcone delle Ong uno scafo della Guardia costiera, in un colloquio con La Stampa arriva alla conclusione che “essere di sinistra vuole dire stare dalla parte degli oppressi”. E gli oppressi stanno in Ucraina, in questa guerra.
Carola Rackete e il sostegno all’Ucraina
Carola Rackete, eletta al Parlamento Europeo con Die Linke, parla oggi in un’intervista a La Stampa del suo voto sul sostegno militare a Kiev. “Nel nostro gruppo ci sono posizioni diverse e la mia è allineata con quella dei partiti della sinistra scandinava: Finlandia, Svezia e Danimarca. Essere di sinistra vuol dire essere solidali con i popoli oppressi ed essere contro le dittature, che si tratti di Russia, Venezuela o Siria. Bisogna stare con questi popoli e ascoltare le loro esigenze. Io l’ho fatto con gli ucraini, con i movimenti progressisti del Paese: sono loro a dirci quanto sia importante ricevere le armi per difendersi. Per questo ho votato a favore della risoluzione”. Carola parla a sembra di sentire Giorgia: “Se smettiamo di fornirle le armi, a un certo punto l’Ucraina non potrà più difendersi e finirà per essere occupata dalla Russia. Milioni di persone saranno costrette a fuggire e milioni di persone si ritroveranno a vivere sotto una dittatura. Chi dice stop alle armi per arrivare alla pace, non cerca la giustizia. Anche io voglio la pace, anche gli ucraini vogliono la pace: non sono stati loro a chiedere di essere invasi! Ma serve una pace giusta. E la precondizione per la pace è che Putin ritiri le sue truppe dal territorio ucraino. Per questo dobbiamo sostenere la richiesta di autodifesa che arriva da Kiev”. Ed è giusto che si usino le armi occidentali per colpire in territorio russo: “Se vogliamo aiutarli a difendersi in modo efficace, non possiamo dire loro: aspettate che i missili attraversino la frontiera e arrivino sopra le vostre teste. Dobbiamo consentire agli ucraini di distruggere gli obiettivi militari dai quali partono gli attacchi. Di questo parlava la risoluzione, non avrei mai votato a favore di un testo che chiedeva di bombardare i civili… “.
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