Trieste, gli autobus d’epoca tornano al capolinea di piazza della Borsa
Per un giorno piazza della Borsa si è rituffata negli anni Ottanta e, in parte, Novanta quando lo spazio riservato ai pedoni tra la Camera di Commercio e la Portizza è torna a essere il capolinea degli autobus. Precisamente delle linee 17 e 28. Un evento rientrante nella Settimana europea della Mobilità che ha visto l’associazione InBus club portare in esposizione sei autobus d’epoca, risalenti a periodi tra il 1968 e il 1990.
Spazio quindi al tascabile Iveco Starline costruito appositamente per risalire l’impervia via Bonomea con la linea 38, il mitico Fiat 409 Dsu con il posto di guida a destra costruito appositamente per le ventose vie di Trieste, il più recente Iveco 480 Turbo City-U e poi due InBus recuperati dalle società di trasporto pubbliche di Treviso e Pordenone e un Menarini “veneziano”.
«Questa esposizione si inserisce quale corollario della mostra fotografica “Trieste in arancione” che si è tenuta nelle ultime due settimane al primo piano della Galleria Rossoni ed è un modo per far rituffare la città nel periodo in cui gli autobus avevano tutti la stessa tonalità color arancio», spiega il presidente del sodalizio Dennis Tarlao che ringrazia l’assessore alle Politiche del territorio Michele Babuder e il Comune di Trieste per lo spazio concesso in centro città.
Un’esposizione apprezzata da triestini e turisti. Adulti e bambini, infatti, hanno preso d’assalto i sei mezzi esposti sedendosi sui sedili e al posto di guida. C’è chi li ha trovati più scomodi rispetto a quelli degli autobus moderni, molti anche coloro i quali hanno fatto un giro con uno degli autobus esposti, tra corso Italia, piazza Goldoni, via Mazzini e le Rive.
Ma quali sono le differenze fra guidare un autobus degli anni Ottanta e uno moderno? «Innanzitutto la comodità - ci spiega Fausto - per non parlare delle vibrazioni e il rumore. I mezzi di oggi sono molto più silenziosi e, fatto non trascurabile, hanno il climatizzatore per le giornate afose d’estate, che questi mezzi non avevano. E, pur essendo già presente all’epoca il servosterzo, i mezzi di allora erano molto più rigidi, a svantaggio ovviamente della schiena di chi li guidava».
Le iniziative dell’InBus Club non si fermano qua. Dopo la rievocazione della linea 29 lo scorso aprile, nei prossimi mesi sono in programma nuovi appuntamenti che verranno segnalati nel sito www.inbusclub.it e nei canali social. —
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