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Сентябрь
2024

Sentenze salva irregolari: annullati 8 rimpatri su 10. FdI: contro il governo c’è una barriera giudiziaria

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I numeri sono impressionanti e valgono più di ogni commento: è un boom di sentenze salva clandestini (o irregolari, che dir si voglia con termine edulcorato). Ancora una volta dalla Sicilia. Dopo i no dei giudici catanesi, che tante polemiche suscitarono nei mesi scorsi, sul cosiddetto decreto Cutro, arrivano infatti le sentenze dei giudici del tribunale di Palermo, competenti a decidere sulle convalide dei trattenimenti alla frontiera disposti dalla questura di Agrigento in seguito all’apertura del centro di Porto Empedocle.

Da allora – l’inaugurazione della struttura risale a metà agosto – appena dieci delle 74 decisioni di trattenimento alla frontiera sono state convalidate. Mentre 64 sono state ritenute illegittime. Il decreto prevede che i richiedenti asilo che hanno fatto richiesta di protezione internazionale alla frontiera o in zone di transito, che provengono da Paesi che l’Italia ritiene sicuri, e che siano sprovvisti del documento di riconoscimento e privi della garanzia finanziaria prevista dalla legge, possano essere trattenuti negli hotspot, nei centri di soccorso e prima accoglienza e in caso di arrivi consistenti e ravvicinati anche nei centri di permanenza per rimpatri. I provvedimenti di trattenimento devono essere poi convalidati dalla magistratura. E qui si ferma l’iter.

Irregolari da rimandare a casa: su 74, il tribunale di Palermo ne salva 64

Nel caso dei “fermi” disposti a Porto Empedocle (Agrigento), i giudici palermitani della sezione specializzata immigrazione e protezione internazionale nella stragrande maggioranza dei casi hanno ritenuto le decisioni del questore illegittime tanto da “avallarne” soltanto 10 su 74. La motivazione del no alla convalida? I magistrati si trincerano dietro una presunta assenza della “dovuta motivazione sulla necessità del trattenimento, sulla sua proporzionalità e sull’impossibilità di fare efficace ricorso alle altre misure alternative, di tipo non coercitivo”.

I giudici palermitani, inoltre, appellandosi alla legislazione e alla giurisprudenza europea si oppongono a quello che nel decreto appare come un automatismo affermando che il “trattenimento vada disposto soltanto nelle circostanze eccezionali, in base ai principi di necessità e proporzionalità, come ultima risorsa, sulla base di una valutazione caso per caso. sempre che non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive”. Insomma, i migranti irregolari (l’uso del termine clandestini è stato vietato e viene bloccato persino dagli algoritmi di google e Meta) vanno tenuti in Italia senza se e senza ma. In linea con altre sentenze incomprensibili, come quella del Tar dell’Emilia Romagna che ha imposto l’accoglienza di un migrante, sebbene violento e aggressivo.

Foti: “Orientamenti giudiziari in stile Apostolico”

“Ci risiamo – commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti – contro le concrete politiche sui flussi migratori del Governo Meloni sembra ergersi una barriera giudiziaria innalzata da certa magistratura. In un mese il numero delle convalide ai trattenimenti di immigrati senza documenti alla frontiera, attuati grazie al decreto Cutro, è drasticamente sceso e così oltre l’85% dei tentativi di rimpatriare gli irregolari viene bloccato. Ribadendo ancora una volta come l’essenza dello Stato di diritto sia nella terzietà del giudice, questi orientamenti giudiziari richiamano la decisione già assunta dal giudice Iolanda Apostolico, animatrice delle proteste contro il governo che provava a contrastare l’immigrazione incontrollata”.

“Di questo passo -aggiunge Foti – si rischia di vanificare il concreto approccio sugli arrivi elogiato da personalità politiche internazionali come il premier britannico laburista Starmer o, ultimo in ordine cronologico, il Presidente della Repubblica federale tedesca Steinmeier. La separazione dei poteri è alla base dello Stato di diritto e così come si deve scongiurare l’invasione del potere esecutivo e legislativo in quello giudiziario, ci auguriamo di non doverci trovare a denunciare il pericolo inverso”

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