Componenti esterni nel Cda del Bo: ecco tutti i nomi in corsa e i motivi della tensione
Il giorno della verità è martedì 1° ottobre. Solo allora si saprà se le frizioni venutesi a creare tra amministrazione comunale e Università sulle nomine del Cda dell’Ateneo siano davvero rientrate.
Al momento c’è un indizio, ovvero l’abbraccio che Sergio Giordani e Daniela Mapelli si sono scambiati alla cerimonia di saluto del prefetto: «Noi non litighiamo mai» le parole del sindaco di fronte alla richiesta di chiarimenti su quanto accaduto tra i due enti. Restano però anche i fatti da cui nascono le voci di dissapori tra sindaco e rettrice, ovvero l’esclusione dell’avvocato Leonardo Arnau dalla rosa dei potenziali candidati esterni al Cda dell’Ateneo.
Il caso
Ma andiamo con ordine: nel Cda, organismo che ha funzioni di indirizzo strategico, di gestione e di controllo dell’attività amministrativa, finanziaria ed economico-patrimoniale dell’Ateneo nonché di vigilanza sulla sostenibilità finanziaria delle attività, siedono 11 persone: cinque componenti dell’Università (4 professori e un rappresentante del personale tecnico amministrativo), due rappresentanti degli studenti e tre membri esterni.
Questi ultimi vengono selezionati dall’Ateneo da una rosa di curriculum e inviati alla Consulta del territorio cui spetta la votazione definitiva. Ma l’ex presidente dell’ordine degli avvocati, oggi componente del Consiglio nazionale forense del ministero della Giustizia, l’organismo apicale istituzionale dell’avvocatura italiana, non ha passato la prima scrematura, che ha visto la presentazione di sei nomi per la votazione definitiva.
Una decisione che avrebbe indispettito il sindaco Giordani che di Arnau – che difende il Comune sull’inchiesta sulla nuova curva dell’Euganeo – ha grande stima. Tant’è: all’ultima riunione della Consulta di territorio i due rappresentanti di Comune e Provincia, Enrico Fiorentin e Vincenzo Gottardo, non si sono presentati. Numero legale saltato e votazione rinviata.
Un segnale politico che la rettrice Mapelli non ha mancato di cogliere, decidendo tuttavia di portare avanti le proprie scelte nella nomina del Cda dell’Università. Senza ingerenze. E per la prima volta tra le due istituzioni, solitamente così in armonia tra loro, si arriva a un attrito di questa portata. Si dice che Giordani abbia imboccato subito la strada della ricomposizione.
Le dichiarazioni ufficiali sostengono che la situazione è rientrata, ma bisognerà aspettare il primo ottobre, quando tornerà a riunirsi la Consulta del territorio, per capire se effettivamente l’intesa è stata ricostruita. Da Palazzo Moroni, garantiscono che i rappresentanti di Comune e Provincia saranno presenti con un atteggiamento di grande collaborazione, ma al “vedo” mancano ancora alcuni giorni.
I nomi
Nella rosa presentata dalla consulta dopo la scrematura della commissione, di nomi ce ne sono sei. Ma ne saranno eletti tre. Si tratta di Enrico Del Sole, Giancarlo Greggio, John Shehata, Leopoldo Destro, Marina Manna e Ruggero Aricò.
Manna è l’unica che fa già parte del Cda e dovrebbe essere riconfermata, mentre gli altri due volti nuovi dovrebbero essere Leopoldo Destro e Del Sole. Diversamente Greggio, Shehata e Aricò, che pure hanno profilo e curriculum, potrebbe pesare la scarsa connessione con Padova. Manna, è una professionista di successo con esperienza nei Cda di moltissimi enti.
Destro è il presidente di Confindustria Veneto Est, mentre De Sole è già componente della consulta, dentro Assindustria, Confindustria e Fondazione Cariparo.
Martedì ognuno svelerà le proprie carte. La strada sembra tracciata. Anche se alla fine è il tempo l’unico detentore della verità.