Il vescovo Marangoni: «Il giornale custodisce ancora un’esigenza intramontabile»
Al tempo in cui iniziava l’impresa giornalistica del Corriere delle Alpi, vi era ancora, in ambiente religioso, l’eco di un detto che circolava negli anni del post-Concilio: occorre pregare avendo tra le mani la Bibbia e il giornale. Sembra oggi un abbinamento azzardato, un accostamento ingiustificato. In realtà suggerisce un’interessante e originale chiave di lettura.
Non c’è semplicemente una cronaca da costruire, non ci sono solamente delle notizie da dare, degli eventi da far conoscere, delle storie da raccontare.
Tutto questo è anche un significato a cui accedere, un senso da individuare, una realtà da sondare, una verità da ricercare, una visione d’insieme da condividere.
I trent’anni di vita del Corriere della Alpi, in tale prospettiva, suscitano il pensiero di ciò che è stato riversato in questo territorio come conoscenza dei fatti, come esperienza del reale, come approfondimento dei vissuti, come storia di comunità, come racconto di essa a più mani, come orizzonte di speranza in cui confidare.
Il “giornale” è ancora una gran cosa, custodisce un’esigenza intramontabile. Anche nel passaggio dal cartaceo al digitale, c’è sempre bisogno di “giornale”. Ogni mattina io scorro le notizie e gli articoli del Corriere delle Alpi: ciò mi contestualizza e immette i miei pensieri e stati d’animo, come anche le prospettive di impegno, in un intreccio di vita che non può essere mai privatizzato.
Mi stimola molto questa funzione-finalità comunitaria di ciò che comunica un giornale. Ti senti in una storia ancora da scoprire, magari da abbellire e migliorare, come un disegno da colorare. E senti che è anche tua la professione del giornalista…
Mi piacerebbe dire al Corriere delle Alpi che c’è una montagna di bene da imparare a percorrere, seppure in sentieri arditi e faticosi. È un bene sopito, trattenuto tra le rocce, frammentato ovunque, a valle come nei dirupi. Sembra poco accessibile e solitamente non alza la voce. Fa, dunque, poca notizia. Questo nome di giornale è davvero interessante e si fa promettente: si chiama “corriere”, dunque corre e porta; si dichiara “delle Alpi”, dunque sa scendere a valle ma anche risalire in alto… Che non manchi il coraggio di questa libertà e di questa verità!
Auguri.