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Сентябрь
2024

Infortunio mortale alla Flag di Marcon, fu omicidio colposo: vertici condannati

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Si è conclusa con una condanna a un anno e 8 mesi di reclusione per Saverio Bottalico, amministratore della Flag di Marcon, e a un anno e 4 mesi per Luca Pavanello (responsabile della manutenzione dell’azienda) il processo per omicidio colposo per la morte di Michele Cacco, di Marghera.

L’operaio manutentore meccanico aveva 49 anni, quando il 4 novembre del 2020 era stato incaricato di provvedere alla manutenzione della corazza della porta di uno dei forni industriali presenti in azienda: dopo avere posizionato la porta in posizione (non stabile) orizzontale su due cavalletti, vi era salito sopra.

Il pesante portone gli si era rovesciato addosso, schiacciandolo e uccidendolo sul colpo. Ieri, si è concluso il processo davanti alla giudice Francesca Zancan, che ha letto la sua sentenza dopo alcune ore di camera di consiglio: il pubblico ministero Christian Del Turco aveva chiesto condanne di poco superiori, a due anni per il titolare dell’azienda e un anno e mezzo per il superiore di Cacco, riconoscendo una compartecipazione all’evento letale da parte dello stesso operaio, che salendo sulla porta ne aveva provocato il rovesciamento.

Le motivazioni delle condanne non sono ancora note. Per la Procura – per quanto l’azienda fosse dotata di norme e regolamenti di sicurezza – è mancato quel controllo finale sulle operazioni di lavoro, che avrebbe evitato la tragedia: mancava una valutazione dei rischi in relazione all’attività di manutenzione e non era stata prevista una procedura per la manutenzione della corazza della porta, non tenendo conto del rischio di rovesciamento.

La giudice ha rigettato, invece, i risarcimenti richiesti da Cgil e Cisl, che erano state ammesse come parie civili e avevano chiesto 50 mila euro di danni, con gli avvocati Pozzan e Zaffalon. La famiglia Cacco - l’uomo ha lasciato la moglie, un figlio, i genitori, un fratello - non si è invece costituita nel processo, essendo già stata risarcita in sede extra giudiziaria.

Nel corso delle udienze il confronto tra le parti era stato a tratti acceso. La tesi della difesa (a rappresentare i due imputati, l’avvocato Domenico Giuri) è che Cacco fosse un lavoratore qualificato, e quindi conoscesse bene il proprio lavoro. Stando alla Procura l’incidente sarebbe accaduto perché all’interno della fonderia non sarebbero state rispettate le misure di sicurezza e perché nessuno avrebbe controllato se Cacco stava operando rispettando le indicazioni in materia di sicurezza. La difesa potrà presentare appello.