Villaggio abusivo a Veglia: scattata la demolizione
Ruspe, autogru, macchinari di vario tipo, lavoratori edili, polizia e ispettori. Un mix che in questi giorni sta interessando Picik, zona nelle vicinanze dello scalo traghetti di Valbisca (da lì si raggiunge la dirimpettaia Smergo, a Cherso, e viceversa), definita a ragione il più grande insediamento abusivo nell’isola di Veglia, nel Quarnero.
Negli ultimi 30 anni, in un’area che ha lo status di terreno agricolo e dunque non vi è possibile approntare abitazioni, sono spuntate come funghi autunnali circa 300 costruzioni, tra baracche in legno, casette in cemento e altro ancora, strutture totalmente sprovviste di permessi e pertanto non in regola con la legge.
Per anni, anzi per decenni, si è andati avanti così, senza che Zagabria (leggi lo Stato croato) intraprendesse qualcosa di concreto e nonostante dalla municipalità di Veglia città venissero diramate informazioni e denunce su quanto stava accadendo.
Ma in base alle leggi croate, un comune non ha il potere di dare il via alla demolizione di costruzioni illegali, come del resto ribadito l’altro giorno dal sindaco di Veglia, Darijo Vasilić: «Per anni abbiamo inutilmente cercato di far capire agli organismi statali che a Picik si stavano prendendo beffa della Croazia – ha affermato il primo cittadino vegliota –. Da parte nostra avevamo e abbiamo le mani legate in fatto di abbattimento di abitazioni abusive, ma almeno ci siamo dati da fare nel respingere le richieste per l’infrastruttura comunale. Infatti a Picik non ci sono acquedotto, rete fognaria, elettricità e nettezza urbana. Più di così non potevamo fare. Non è però mai troppo tardi per fare giustizia e dunque il risanamento, chiamiamolo così, di questa zona nel bel mezzo di un bosco mi fa e ci fa un enorme piacere».
Quanto di illecito viene raso al suolo, è stato specificato, risulta esclusivamente a spese dei proprietari. Si tratta di 43 abitazioni abusive, il cui abbattimento costerà ai titolari sui 268 mila euro. «Sono persone che erano state avvisate in tempo – ha aggiunto Vasilić – ma non hanno fatto nulla e ora dovranno pagare le conseguenze. Solo un paio di proprietari hanno deciso saggiamente di demolire a proprie spese i loro “buen retiro” estivi, non lasciando che a farlo fossero le “forze statali”».
Dai competenti organismi è stata comunicata la notizia che l’ordine di abbattimento è stato firmato per 121 abitazioni (ci sono anche non poche roulotte) e pertanto è da attendersi che a Picik – per mesi – ci sarà tanto lavoro da fare.
La stragrande maggioranza degli abusivi, è stato specificato, sono residenti nella Croazia nord occidentale e in Slovenia, tutta gente che ha ignorato le leggi croate, credendo e sperando che questa situazione sarebbe durata in eterno. Per anni poi i loro rappresentanti si sono rivolti alle autorità comunali e statali, chiedendo inutilmente la sanatoria e il cambiamento da terreno agricolo in quello edile. —
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