La tragedia del Lido: «Dopo nove mesi ancora non sappiamo perché è morto nostro figlio»
Sono trascorsi nove mesi dalla tragica scomparsa di Mattia Coada, il bimbo di otto anni morto per cause ancora inspiegabili lo scorso 28 dicembre presso l'Ospedale Civile di Venezia. La famiglia, sopraffatta dal dolore, continua a cercare risposte sulla morte del loro amato figlio. I genitori, Vitalie e Alessia, non si danno pace e sono determinati a ottenere giustizia per il loro bambino. «Non ci fermeremo fino a quando non avremo la verità», afferma il padre, noto imprenditore edile, che esprime tutta la sua perplessità: «Perché Mattia, che era un bambino sano, è morto improvvisamente? Perché non è stato trattato come un caso urgente? Perché non è stato inviato l’elicottero?».
Le domande senza risposta
Mattia era stato ricoverato a Venezia a causa di un problema di salute apparentemente gestibile, ma ciò che doveva essere una degenza temporanea si è trasformato in una tragedia. I genitori hanno subito avanzato dubbi sull'operato del personale ospedaliero e sulla gestione del caso clinico. Nonostante le indagini siano state avviate tempestivamente, il processo per giungere alla verità si è dimostrato complesso e lungo.
Un'Indagine complessa
«Il caso è molto complesso», spiega l’avvocato della famiglia Renato Alberini, «Stiamo ancora aspettando un risultato tecnico sotto il profilo scientifico e medico-legale. Ci sono molti quesiti ancora aperti: prima di tutto, comprendere con certezza la causa del decesso e, in caso di errori medici, individuare eventuali responsabilità». Solo quando la perizia sarà depositata in segreteria della Procura si potranno ottenere risposte concrete.
Attesa per la perizia
Una volta depositata la perizia, sarà possibile per i periti di parte esprimere le loro valutazioni e considerazioni sull’esito del referto. «Vogliamo chiarezza, una volta per tutte», dichiara il padre di Mattia, Vitalie, «Per capire cosa è realmente successo in quelle ultime ore drammatiche e se questa tragedia poteva essere evitata». La famiglia è decisa a combattere fino alla fine, anche se il dolore rimarrà per sempre un fardello pesante da sopportare. Nel frattempo, la comunità del Lido di Venezia è ancora sotto shock. Al cimitero, accanto alla lapide di Mattia, ci sono centinaia di rose bianche e peluche lasciati da familiari e amici, simboli di affetto e dolore per una vita spezzata troppo presto.