Protesta della pubblica amministrazione in Slovenia, il governo raggiunge l’accordo con i sindacati
Alla fine, il calumet della pace arriva dopo mesi di proteste, scioperi e infinite trattative. Pace fatta ieri in Slovenia tra governo del premier Robert Golob e la gran parte dei sindacati del settore pubblico, che hanno raggiunto un’intesa su un progetto di legge che darà il la alla riforma del sistema salariale nel settore pubblico.
E il sì di governo e rappresentanza sindacali darà il via anche a importanti aumenti ai salari dei dipendenti dello Stato – con il governo che dovrebbe già oggi discutere i contorni dell’intesa per poi subito trasmettere il pacchetto normativo sul nuovo sistema alla Camera per l’approvazione. Il pacchetto, riporta l’agenzia di stampa slovena Sta, prevede vari aumenti agli stipendi del pubblico impiego, che saranno spalmati sui prossimi tre anni, a partire dal primo gennaio 2025.
Tutto si basa su una sorta di “redistribuzione” dei fondi destinati agli stipendi pubblici, con un’attenzione maggiore riservata ai lavoratori che hanno oggi le retribuzioni più magre.
Di certo, si tratta del passo più importante in questo senso «osservato negli ultimi quindici anni», ha assicurato il ministro delle Finanze, Klemen Bostjancic. Il punto più importante dell’accordo, ha precisato la Sta, consiste in un aumento dello stipendio lordo per il livello più basso nel comparto pubblico, che, a partire dal prossimo anno, riceveranno 1.253,90 euro lordi al mese, una cifra che corrisponde al salario minimo stabilito per legge in Slovenia. I sindacati da tempo denunciavano che troppi, nel comparto pubblico, da tempo lavoravano per una retribuzione inferiore al salario minimo.
I nuovi assunti, inoltre, riceveranno una promozione al livello superiore dopo due anni dall’assunzione, mentre gli aumenti scatteranno ogni tre anni per gli impiegati di medio livello e ogni quattro per quelli che si avviano a fine carriera. In generale, le buste paga, da quanto è emerso, dovrebbero essere più corpose nell’ordine del 12-15%.
Molto alte anche le retribuzioni previste per il livello più alto, quello della categoria 67, che arriveranno a oltre 8 mila euro. Infine, è stato stabilito che l’equivalente della tredicesima sarà superiore del 5% al salario minimo nel 2025 e del 10% nel 2026 e verrà corrisposta a marzo e non più a giugno.
Non tutti i dettagli sono stati definiti e «abbiamo ancora del lavoro da fare nelle prossime settimane, ma considerando che abbiamo risolto il problema più ostico, alla fine raggiungeremo un compromesso» definitivo, ha specificato Bostjancic. Ma il vero nodo, per il governo, rimane la sanità e la sua riforma, il tema più delicato e caldo: dominerà l’autunno a Lubiana. —