Un giardino con 195 alberi, ecco come prende forma la nuova Casa Rossa a Gorizia
Un giardino. Enorme. Questo diventerà il piazzale della Casa Rossa con la piantumazione di qualcosa come 195 alberi.
A fornire il numero (che potrebbe essere ampliato sino a 200) è l’architetto Luigi Di Dato che sta seguendo, passo dopo passo, l’evoluzione dei lavori. Ieri mattina, è stato fatto il punto della situazione perché l’intervento non è affatto banale e il tempo scorre, visto che mancano esattamente 135 giorni all’inaugurazione della Capitale europea della cultura.
«Il rispetto delle tempistiche? Sono fiducioso. Ad oggi, non abbiamo problemi di scadenza. In queste ore - spiega il professionista - stiamo pianificando l’estensione del cantiere. Dobbiamo valutare per bene che tipo di decisione assumere perché l’obiettivo è di dare meno fastidio possibile alle attività presenti (un bar e una pizzeria, ndr). Passata la manifestazione “Gusti di frontiera”, nel giro delle due settimane successive allargheremo l’area dei lavori, lasciando i due parcheggi aperti, ovvero quello davanti al bar e alla pizzeria e l’altro dove si svolge il mercato degli ambulanti».
È chiaro che, ad un certo punto, anche il bazar dovrà per forza di cose traslocare altrove. «Un trasferimento - aggiunge l’architetto Di Dato - che dovrà avvenire entro il 20 ottobre. I lavori stanno andando avanti bene, salvo piccoli imprevisti che siamo riusciti a superare. Tornando agli alberi, il progetto ne prevede 195 ma credo che aggiungeremo altri due o tre. Il nostro obiettivo è di riuscire a piantumare l’85 per cento delle essenze arboree entro metà novembre». Un passo veloce e ben scandito per la trasformazione di trentatremila metri quadrati lasciati, per anni, nel degrado. Il piazzale della Casa Rossa era una distesa di asfalto e cemento tristissima e sottoutilizzata. Un tempo costituiva un luogo-simbolo del confine, poi è stata utilizzata quale sede del mercato degli ambulanti e, occasionalmente, di una parte del luna park della fiera di Sant’Andrea e di circhi che facevano tappa a Gorizia.
Ma la rivoluzione è dietro l’angolo. Il progetto messo a punto dal raggruppamento d’imprese guidato dallo studio goriziano di architettura Luigi Di Dato, in cordata con altri professionisti, Favi Spangher Architetti associati, il perito Paolo Tomasi, l’ingegner Marco Donda, l’architetto Stefano Lipanje e l’architetto Daniela Divkovic, vuol rispondere a varie finalità, a cominciare dalla volontà di ridare «dignità» al piazzale, con un occhio appunto alla sostenibilità e con la massima attenzione per la sicurezza della viabilità.
Sarà realizzata un’aiuola verde di separazione tra il piazzale e le strade che lo delimitano, mentre altre piante “schermeranno” gli edifici all’interno. Sempre in ottica di sostenibilità ambientale, sarà delineata lungo il perimetro una pista ciclabile bidirezionale in connessione con la ciclopedonale di via Giustiniani, che percorre altri sedimi transfrontalieri per le biciclette fino al piazzale della Transalpina. Massima attenzione verrà riservata all’arredo urbano, oltre che alla piantumazione di essenze arboree, sia per mitigare il clima sia per migliorare, esteticamente, il piazzale.
La rimodulazione degli spazi manterrà un elevato numero di posti-auto. —
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